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Adesso anche l’America ha la sua Brexit e si chiama Donald Trump

di Max Latempa

Dal Mondo – Così come l’uscita del Regno Unito dalla UE ha caratterizzato uno dei momenti di più alta democrazia della storia moderna, la vittoria del miliardario settantenne ha rappresentato uno scacco matto alla cordata di tutti quei protagonisti abituati a recitare un preciso ruolo da marionette: politici, stampa, multinazionali, lobbisti, artisti, sognatori e radical chic.

La democrazia è flebile ma è ancora viva anche in America, gioiamo amici, perché non era affatto scontato.

Gli americani hanno eletto Trump a dispetto delle campagne avverse della stampa (500 testate contro) degli appelli degli artisti (Madonna tra gli altri aveva dato tutta sè stessa nel vero senso della parola), del mondo della finanza, dei Presidenti ex ed uscenti, delle minoranze etniche e finanche dello stesso partito repubblicano. Come mai?

Il perché è evidente. In Europa, come in America, la gente non ne può più di politici che parlano ma non dicono, governano ma non decidono, gestiscono ma non incidono, promettono e non mantengono.

In America l’elezione della Clinton sarebbe veramente stata grottesca: una superpotenza gestita da 28 anni da padre e figlio, marito e moglie con in mezzo un primo presidente di colore, il cui unico pregio è stato praticamente solo questo.

Trump ha vinto perché, seppur spesso improponibile nei modi e nelle espressioni, ha rappresentato una ribellione alla melassa del politically correct.  Su immigrazione, economia e rapporti internazionali ha detto in realtà quel che veramente pensa la maggioranza della gente. Non ha avuto paura di essere accusato di razzismo ed ha detto che l’immigrazione va fermata. Non ha avuto paura di mettersi contro le multinazionali dicendo di voler riportare in patria l‘industria. Non ha avuto paura di mettersi contro tutto l’ apparato governativo, dicendo che la politica guerrafondaia americana è stata tutta sbagliata.  E che la Russia deve essere un’opportunità, non una minaccia.

I risultati dicono che la gente la pensa come lui. Trump quindi, piaccia o no, è legittimato.

In Italia invece abbiamo un amico di Hillary Clinton che non è stato eletto da nessuno, governa senza portare risultati, vuole cambiare la costituzione perché “cambiare è meglio di niente”. Per fortuna prima però ha bisogno di vincere il referendum. Per fortuna.

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