Ferentino – Era lungo circa 20 centimetri e quando l’operaio lo ha tolto dalla conduttura fognaria, ha pensato che fosse un rifiuto contenuto in una busta di plastica.
Ha scoperto dopo con orrore, che era un bambini avvolto nella placenta la cui gravidanza era stata interrotta più o meno, al quarto mese.
I primi ad arrivare sul posto sono stati gli uomini della squadra volanti della polizia diretti dal vice questore Giuseppe Di Franco. Hanno verificato la gravità della cosa e ben presto sono stati affiancati dai loro colleghi della Squadra Mobile diretta dal vice questore Carlo Bianchi.
Le indagini sono arrivate alla ragazza, la 20enne rumena che, secondo una prima ricostruzione, avrebbe abortito usando un farmaco destinato alla cura dell’ulcera ma noto soprattutto perché provoca aborto in donne in stato di gravidanza.
Nell’appartamento in cui la donna vive è stato ritrovato anche un biglietto di prenotazione presso un consultorio di Frosinone che rafforza l’ipotesi che fosse proprio la giovane donna ad aver abortito ma l’esame del dna non lascerà dubbi.
Le ipotesi in campo vanno dall’interruzione volontaria della gravidanza senza l’assistenza medica, che prevede la pena della reclusione fino a 6 mesi, all’induzione all’aborto, punita con la pena della reclusione fino a 3 anni.