La serenità necessaria per una compagine di governo risulta essere estremamente precaria e, a distanza di quasi un anno e mezzo dall’ elezione a sindaco di Enzo Nocella e del gruppo Psg alla guida di Piedimonte San Germano, l’armonia pare in questo momento non essere proprio caratteristica principale di questa amministrazione.
Dopo la prima fase difficoltosa della scorsa primavera, ad oggi, le cose non sembrano andare meglio.
Il gruppo appare spaccato in due. Questa volta a commentare la situazione c’è il presidente del consiglio comunale Maurizio Riccardi, consigliere di maggioranza e colui che nella scorsa tornata elettorale riuscì a portare a casa un numero di consensi elevatissimo.
“Credo- afferma Riccardi- sia giunto il momento di far sentire la mia voce anche attraverso la stampa. Non ho mai messo in mostra le mie iniziative, credo di poter affermare con molta sobrietà siano state innumerevoli in questo scorcio di legislatura; tutto questo impegno non è stato profuso per aumentare il consenso personale ma con il solo intento di restituire con dedizione e senso di responsabilità la fiducia accordata a me e di riflesso a tutta la compagine. Nel confrontarmi con i nostri concittadini noto – tuona Maurizio Riccardi- che diversi di questi non sono soddisfatti
dell’ operato di questa amministrazione. Devo osservare a proposito di aver avuto modo in questi mesi di conoscere meglio alcuni interpreti non condividendo spesso scelte e azioni amministrative ma, con spirito di servizio e di gruppo, ho taciuto all’esterno cercando di evidenziare al nostro interno gli errori dal mio punto di vista, che non è la verità assoluta, ma che in un sistema democratico, essendo un consigliere di maggioranza, non voleva essere altro che uno spunto di riflessione per provocare un confronto ed un miglioramento della qualità di vita della nostra comunità . Tutto questo in maniera sistematica è stato liquidato con evidenti distorsioni della realtà , decisioni prese senza tener conto della volontà di tutto il gruppo ma, l’amarezza più grande per un amministratore è apprendere per strada e dover difendere l’operato senza conoscere nemmeno le motivazioni che hanno portato la tua amministrazione a talune scelte politiche e magari con una analisi più attenta e condivisa si sarebbe potuto aprire un dibattito interno che avrebbe , forse , portato soluzioni migliori”. L’esponente di maggioranza prosegue poi andando a toccare la scottante questione relativa alla crisi e aggiunge
“Questo non è il malessere del solo sottoscritto ma di altri sei consiglieri di maggioranza che vivono lo stesso sentimento oltre all’insoddisfazione palesemente manifestata dai nostri amministrati. Mi domando, come mai nonostante le molte sollecitazioni non si è voluto cambiare atteggiamento? Come mai non si è voluto ascoltare anche altri interpreti ma ci si è interstarditi ad ascoltare sempre le stesse corde vocali? Come mai il principale responsabile del comune non si è posto in una condizione di equilibrio all’ interno del gruppo Psg essendo il beneficiario del lavoro di tutti?
Detto questo a scanso di ogni equivoco e facili strumentalizzazioni, come peraltro già detto in maniera chiara in passato, il sottoscritto non rivendica nessun incarico politico ma auspica un deciso cambio di rotta, un approccio alla vita amministrativa più incisivo, più attento nella stesura degli atti amministrativi, una maggiore trasparenza, riprendere il percorso tracciato nel nostro programma elettorale e soprattutto una programmazione meno latitante. Queste sollecitazioni, che oggi rendo pubbliche, non sono altro che le assidue raccomandazioni esternate nelle varie riunioni ufficiose ma risultate spesso vane. Questo monito non è altro che un invito a capire l’importanza e la fiducia che i cittadini hanno riposto in noi dandoci il loro consenso, continuerò con altri solleciti più specifici ad incalzare questo esecutivo nel rispetto dei programmi elettorali ed in virtù del mandato che mi hanno conferito i cittadini. Resto alla finestra con un forte senso critico per i risultati fin qui raggiunti; al permanere di questi presupposti- conclude, lasciando intravedere oscuri presagi- non sento più vivi quei sentimenti che mi hanno animato nel candidarmi in questa compagine, non riuscendo ad intervenire in modo efficace sui problemi reali della cittadinanza “.
N. C.