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Collaborazione fra Uniclam e Comune sul fenomeno sforamento PM10, ma servirebbe un vero P.U.T.

Cassino – Si torna a parlare della qualità dell’aria a Cassino. La sua pessima qualità è cosa nota da tempo,tanto che la precedente amministrazione comunale aveva fissato nei weekend la limitazione del traffico nel centro cittadino dalle 18.00 del sabato alle 7.00 del lunedì, orario poi modificato più volte per le proteste dei commercianti,soprattutto nei periodi invernali quando sono in funzione a pieno regime le fonti di riscaldamento domestico. Secondo i dati forniti dal monitoraggio dell’Arpa-Lazio, nella giornata del 5 dicembre (vedi foto) i valori di PM10 sarebbero stati di 62 microgrammi/mc, oltre il doppio rispetto agli standard di legge, che dovrebbero essere di 30 microgrammi/mc. Ben più seria è la situazione per quanto riguarda i giorni di sforamento dei valori pari a 35 volte. Non dimentichiamoci che lo scorso anno Cassino è stata fra le città italiane più inquinante. Ora, però, sembra che siano state individuate altre fonti più importanti che determinerebbero l’aumentare dei valori di PM10 in città. Secondo uno studio condotto dall’Università di Cassino e del L.M.,infatti,il problema dell’incremento dei valori di PM10 nella Città Martire,sarebbe dovuto prevalentemente al riscaldamento domestico mentre il traffico automobilistico inciderebbe solo per il 12%. E’ quanto afferma, in un comunicato, l’assessore all’Ambiente, LL.PP. e Manutenzione del comune di Cassino, Dana Tauwinkelova. “Ci siamo e ci stiamo confrontando con due docenti dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale che da tempo lavorano al fenomeno dello sforamento della soglia delle polveri sottili consentita nella città di Cassino. I Prof. Ing. Giorgio Buonanno e l’Ing. Aldo Russi ci hanno comunicato, infatti, che il traffico delle autovetture incide soltanto per il 12% sulla qualità dell’aria e che pertanto la gravità della situazione, testimoniata, dai dati Arpa è dovuta principalmente alle emissioni delle caldaie e dei combustibili per stufe di ultima generazione, insomma a tutto ciò che riconduce ai processi di combustione e/o riscaldamento delle abitazioni e degli esercizi commerciali”.
“Occorre, pertanto, una grande opera di sensibilizzazione verso la cittadinanza – sostiene l’Assessore – su cui stiamo già lavorando prendendo riferimento da quanto hanno già studiato fino ad oggi i docenti dell’università di Cassino e del Lazio Meridionale. Ma è evidente che non basta che qualche città o comune, come Cassino adotti più di altri misure ferree di limitazione delle fonti inquinanti, e magari altri ignorino ogni misura. E’ evidente che la questione non è risolvibile entro i limiti del proprio territorio, occorre “lavorare, agire, per aree geografiche geomorfologicamente omogenee, consistenti, oltre i sempre meno importanti confini comunali.
L’abbattimento di due gradi della temperatura negli edifici, la limitazione delle biomasse per i caloriferi e l’abbassamento della velocità nel centro urbano e nelle zone a ridosso della città possono significare già molto per migliorare la qualità dell’area. Servono misure permanenti, dunque, su cui stiamo lavorando. Le domeniche ecologiche e le targhe alterne, alcune anche imposte dal Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria negli anni precedenti, abbiamo capito che servono a poco per ridurre in modo significativo l’inquinamento atmosferico”. Ha concluso l’assessore, Dana Tauwinkelova.
Sicuramente il riscaldamento domestico incide in misura considerevole sull’aumento dei valori di PM10, ma non si può negare che il traffico veicolare, specie nel weekend e non solo, abbia una responsabilità non da poco, se pur valutata dallo studio condotto nel 12%, nel rendere irrespirabile l’aria nella nostra città. Un diverso Piano del Traffico potrebbe aiutare ad abbassare ulteriormente, almeno quel 12%, prodotto dalla circolazione delle auto nel centro cittadino tutti i giorni e non soltanto nei weekend. In altri termini adottare un’Isola Pedonale permanente nella maggior parte della città sarebbe più utile. Questo provvedimento avrebbe ancora più senso se accompagnato da un sistema di mobilità sostenibile, con mezzi pubblici alimentati a gas o metano, e un incremento del bike shering. Del resto la chiusura dei centri storici delle città è ormai una realtà indiscutibile in tutta Italia,nei grandi come nei piccoli centri e Cassino, sotto questo aspetto, potrebbe diventare un progetto pilota per tutta la provincia. La salute di tutti ne guadagnerebbe sicuramente.
F. Pensabene
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