Dall’Italia – “Volevo tagliare le poltrone, non ci sono riuscito, così chi perde la poltrona sono ioâ€. Sa di malcelato vittimismo il commento del Primo Ministro Matteo Renzi, ammettendo la sconfitta al referendum con il quale chiedeva di stravolgere la Carta Costituzionale.
Doveva essere un testa a testa, un botta e risposta tra si e no, ma di no se ne sono visti ben 19.417.671, il 59,12% e di si circa sei milioni in meno, 13.428.345, il 40,88% dei votanti.
L’affluenza ha fatto la differenza, una rima non cercata ma che ci sta tutta dato che alle urne, in un solo giorno, si sono recati il 65,48% (compreso il dato degli Italiani all’estero) degli aventi diritto. Un risultato che il Governo in carica voleva portare a casa spingendo il si, sperando anche sul fatto che il risultato sarebbe stato valido anche se non fossero andati a votare il 50% degli aventi diritto. Ma quel 15% per cento in più ha fatto la differenza e ieri sera, a mezzanotte, Renzi ha accettato la sconfitta annunciato le dimissioni del suo Governo previste per oggi pomeriggio. Cantano vittoria sull’altro fronte, quello del No tra cui anche politici vecchi e nuovi che ne hanno fatto un cavallo di battaglia per emergere, ma l’unica che può cantare vittoria è la Carta Costituzionale che gli italiani hanno salvato dall’arrembaggio della Politica.
Ermanno Amedei