Cassino – La sicurezza a Cassino è da sempre oggetto di confronto e spesso scontro. Sottovalutazioni di pericoli, in alcune circostanze, voglia di ribalta con evidenti annunci allarmistici, in altre, l’argomento viene affrontato talvolta uscendo dai binari.
Il segretario provinciale generale del Silp Cgil Angelo Di Paola dice la sua sulla situazione per la quale, alcuni giorni fa, si era arrivati a ipotizzare l’uso dell’Esercito. I problemi sono ben altri e legati al futuro del distaccamento di polizia stradale che a Cassino, già ridimensionato, sarà presto accorpato alla sottosezione autostradale all’ormai perenne carenza dimpersonale al commissariato di polizia. Di Paola, in un comunicato dice:
“In questi ultimi giorni sono comparsi diversi appelli riguardo la sicurezza in provincia e in particolar modo nella citta’ di cassino. L’ultima notizia in ordine di tempo e’ la richiesta di impiego dell’esercito nella citta’ martire. Considerato che questa eventualità è stata adottata in grandi città  italiane, in situazione emergenziale, solo per presididare ambasciate , luoghi di culto o siti che si pensa possano essere obiettivi sensibili del terrorismo interno e/o internazionale, non appare come una priorità per la citta di Cassino. La vera priorità  a Cassino, come in altre citta’, piuttosto che l’impiego di uomini dell’esercito, che è bene sottolineare non possono avere tra i compiti il controllo del territorio e non hanno funzioni di polizia giudiziaria perche’ sono prerogative demandate solo alle forze dell’ordine, in particolar modo alla polizia di Stato e ai carabinieri, e’ rafforzare numericamente i presidi di legalita’ come il Commissariato. E questo e’ un momento propizio per poter incidere. Inoltre, I mlitari dell’esercito italiano non posseggono nè la professionalità nè gli strumenti giuridici propri di chi ha il precipuo compito di controllare il territorio attraverso la prevenzione dei reati e la repressione degli stessi qualora avvenissero, sarebbe invece prioritario, insieme alla richiesta di inviare sul territorio altri lavoratori di polizia, che ripetutamente questa o.s. ha evocato, impegnarsi a non limitare la presenza dei poliziotti che attualmente sono impiegati nel cassinate, come invece si sta prospettando con l’accorpamento del distaccamento di polizia stradale di Cassino con la locale sottosezione autostradale. Se avvenisse ciò che ha prospettato il ministro Madia ci troveremmo gli uomini che attualmente presidiano importanti arterie stradali dell’area interessata dirottati in autostrada. Infine, e’ comprensibile comunque l’attenzione sul tema e che sia necessaria la presenza di piu’ uomini in divisa, ma di quelli con la giubba blu, che nel frattempo tra pensionamenti e altri impedimenti sono sempre in numero insufficiente, svolgendo il loro compito con vero spirito di abnegazione mettendo in secondo piano la vita privata, e in maniera assolutamente residuale quelli del progetto “strade sicure”. Allo stesso modo bisogna concentrare l’attenzione sulla criminalità organizzata. Non volevo tornare sul tema dell’ormai acclarata e inquietante presenza nel cassinate, confermata da autorevoli personalità della magistratura e della polizia di Stato e dagli atti giudiziari che ne provano l’indiscutibile presenza, ma il fatto che qualche pubblico intervento la vede come problema marginale, quando marginale non è, mi da l’occasione per tornare a parlare di questo fenomeno malavitoso. Archiviato, si spera, l’utile periodo di denuncia pubblica che ha avuto il merito di scardinare il muro del silenzio, o peggio del negazionismo, è ora giunto il momento dei proponimenti. Sono dell’idea che bisogna consegnare al più presto alla collettività i beni confiscati alla criminalità organizzata. Il silp-cgil si è già preso carico di scrivere al sindaco di Sant’Elia Fiumerapido affinchè ciò avvenga e che fosse intitolata la struttura, una volta riconvertita a bene sociale, a Emanuela Loi, la prima agente di polizia donna a perire in un attentato mafioso, quello di via D’Amelio a Palermo. Affermare la cultura della legalità significa anche appropriarsi di gesti simbolici come questo. Si coglie l’occasione – Conclude il sindacalista - per invitare i primi cittadini dei comuni in cui gravino beni confiscati alla criminalità organizzata di attivarsi affinchè vengano finalmente destinati a fini sociali”.