Al San Raffaele bambini disabili privi di fisioterapia neuro-psicomotoria da settimane. Manca il medico di reparto
4 Febbraio 2017Cassino – C’è fermento e grande preoccupazione fra i genitori dei bambini che frequentano il reparto di riabilitazione neuro psicomotoria del San Raffaele di Cassino. Da settimane, per qualcuno anche mesi, molti di loro, circa settanta, che seguono progetti riabilitativi specifici non possono proseguire le cure per mancanza di un medico specialista che elabori quei progetti mirati alle esigenze di ciascuno dei piccoli pazienti. Da troppo tempo, infatti, il responsabile medico specializzato in neuro-psicomotricità infantile ha lasciato la struttura cassinate per un altro incarico, almeno questa è la motivazione che la direzione dell’Istituto ha fornito ai genitori dei piccoli pazienti e alle associazioni che sono intervenute a seguire il caso. La preoccupazione dei genitori, però, è rappresentata dalle possibili conseguenze che ne possono derivare, per i bambini, da una sosta riabilitativa così prolungata. Molti di loro, proprio per evitar queste nefaste conseguenze sulla salute dei propri figli, sono corsi ai ripari facendo proseguire la riabilitazione privatamente a casa con esborsi considerevoli di denaro di tasca propria. Ma non basta, visto che, a detta di molti di loro, i piccoli sarebbero dirottati, in modo più o meno palese, verso altre strutture a pagamento molto lontane da Cassino, sembra ad Arce, Piedimonte e per qualcuno anche a Campobasso, in attesa che si risolva il problema. Una situazione, quella che si è creata, che ha dell’incredibile e vergognosa, che incide non solo sui bilanci delle famiglie interessate, in modo gravoso, ma pesantemente soprattutto sulle condizioni dei piccoli pazienti che si vedono penalizzati nel percorso riabilitativo con ovvie conseguenze sul loro stato di salute già compromesso dalle patologie di cui soffrono. Secondo la Direzione dell’Istituto sembra che non si riescano a trovare professionisti per sostituire il posto lasciato vacante dal precedente responsabile del reparto riabilitativo. Certamente qualche perplessità sotto questo aspetto e sulle motivazioni fornite dalla direzione del San Raffaele, esistono, tra le famiglie interessate e, a detta di alcuni di loro, potrebbero riguardare i compensi proposti ai medici contattati. Ma questa è un’altra storia. La Direzione dell’Istituto, tuttavia, ha assicurato che nelle prossime settimane si dovrebbe trovare la soluzione definitiva.
Resta, comunque, il disagio vissuto dalle famiglie, ma soprattutto dai piccoli pazienti, fortemente penalizzati da questa situazione. In altre parole, un contesto che incide fortemente sempre e soltanto sui più deboli, su chi ha bisogno di cure costanti per non perdere i risultati e i progressi già acquisiti con fatica nel corso degli anni. L’ennesima vergogna di una sanità locale sempre più allo sbando e priva di interesse per il nostro territorio e per i suoi pazienti, ma è risaputo che gli interessi economici prevalgono sempre su tutto e tutti, anche se a farne le spese siano bambini disabili!
F. Pensabene