Fossanova – Il Comune di Priverno ha ripreso in consegna l’Albergo “Antico Borgo†di Fossanova, in attesa di poterlo restituire alla Soprintendenza, così come più volte reclamato dalla stessa.
La conclusione di questa lunga e oscura vicenda arriva dopo che l’Amministrazione Delogu, insediatasi alla fine di maggio 2013, tentò immediatamente e più volte di riavere la disponibilità della struttura, affidata alla Società “Agostino a mare srl†dall’Amministrazione Macci, soltanto due mesi prima della fine del suo mandato.
Finalmente dopo anni di inutili richieste di restituzione al Gestore di turno, di conseguenti ricorsi e atti amministrativi, il Comune il 2 settembre scorso ha emanato un’Ordinanza, con la quale ha disposto il divieto di proseguire l’attività alberghiera in quella struttura, dopo che il SUAP aveva respinto la richiesta di SCIA presentata dalla Società “Agostino a mare srl†per subentro al Gestore precedente, la Società “Borgo Antico srlâ€, a sua volta subentrata alla Società “Agostino a mare srl†subito dopo il primo affidamento.
Tanto per essere precisi, l’Albergo fu affidato alla Società “Agostino a mare srl†fin dal 2011 in ragione di un bando emanato dal Comune nel 2006, nel quale detta Società era giunta al secondo posto. Dopo la rinuncia alla gestione della struttura del vincitore del bando, il Funzionario responsabile del Servizio Patrimonio adottò più atti gestionali per affidare l’Albergo alla Società “Agostino a mare srl†senza che questa accettasse. Nel marzo 2013, però, quando lo stesso Funzionario con una modifica all’art. 7 del bando di gara rimosse la clausola del divieto di sub locazione, la Società accettò la gestione dell’albergo per sublocarlo subito dopo alla Società “Borgo Antico srlâ€.
Resta l’atroce dubbio se un bando di gara possa essere modificato a posteriori dopo l’aggiudicazione della gara stessa!
A restituire le chiavi, lo scorso lunedì, è stato l’Amministratore della Società “Agostino a mare srl†dopo che il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata il 19 gennaio, ha definitivamente respinto il suo appello ad annullare il divieto dell’Ente di prosecuzione dell’attività ricettiva, confermando quanto aveva già disposto il Tar lo scorso ottobre.
Nella nota inviata dalla Società al Comune di Priverno, l’Amministratore Unico della stessa sottolinea che “la decisione del Consiglio di Stato si è fondata sostanzialmente sulla circostanza che l’irregolarità consisteva solo nel fatto che il contratto di affitto di azienda in vigore tra il Comune di Priverno e la Società fosse privo di titolo valido ed efficace in quanto fondato su un titolo concessorio tra il Comune di Priverno e il Ministero dei Beni Culturali ormai scadutoâ€.
Giova ricordare, infatti, che la struttura alberghiera realizzata con i fondi per il Giubileo del 2000 dall’Amministrazione Renzi, è di proprietà del Ministero dei Beni culturali, che l’affidò in comodato d’uso al Comune di Priverno solo per nove anni. Nel marzo del 2013, quattro anni dopo la scadenza del comodato a beneficio del Comune, l’Amministrazione Macci, senza averne più evidentemente la disponibilità , la concesse in gestione alla Società “Agostino a mare srlâ€.
E’ per questa ragione che nella stessa nota, l’Amministratore Unico della Società evidenzia “la grave colpa e negligenza ascrivibile interamente al Comune di Priverno nello stipulare il contratto di affitto di azienda con la scrivente che era al tempo completamente ignara di tale circostanza e che, a causa di ciò, ha subito ingenti danni (sia in termini di danno emergente che di lucro cessante) per il risarcimento dei quali avvierà tutte le azioni giudiziali opportune e possibili ed esperirà tutti i rimedi alla stessa concessiâ€.
Naturalmente, se si presentassero le condizioni di dover rispondere ad eventuali danni procurati a terzi a causa delle scelte adottate dall’Amministrazione Macci e dai suoi Funzionari, agiremo di conseguenza a tutela degli interessi dell’Ente e quindi della Comunità .
Intanto, possiamo tirare un sospiro di sollievo perché dopo il recupero da parte dell’Ente del Castello di San Martino, anch’esso affidato a terzi con metodi a dir poco discutibili, senza pretese di canoni di affitto, pagando per anni le bollette di tutte le utenze, un altro bene, di quelli più importanti del nostro territorio affidati con lo stesso stile tipico dell’era Macci, è stato recuperato al bene pubblico per tornare nei prossimi giorni nella mani dei legittimi proprietari.
Saremo accanto al Polo Museale del Lazio, attualmente responsabile del sito abbaziale, per programmare tutte le azioni utili alla promozione e allo sviluppo del Borgo di Fossanova nel rispetto e nella valorizzazione della sua importanza storica e della sua natura spirituale. L’Albergo “Antico Borgo†potrà costituire un elemento essenziale in tal senso, gestito legittimamente e all’interno di una progettualità ampia, coerente e condivisa.