Albano Laziale – Lo hanno sequestrato e mantenuto prigioniero in una casa di campagna ad Albano Laziale fino a quando non si sarebbe deciso ad estinguere un debito di 13mila euro. A salvarlo sono stati i carabinieri di  Palestrina che hanno arrestato i tre connazionali che lo avevano tenuto segregato per tre giorni .
Ripercorrendo brevemente la storia della vittima, lo stesso, all’inizio della scorsa estate, avendo in animo di aprire una piccola attività commerciale su Roma, si era rivolto a dei connazionali per chiedere un prestito di circa 7000 euro, avendo da questi la disponibilità ma con l’accordo che la somma sarebbe stata ridata con l’aggiunta di 700 euro al mese fino alla restituzione. Per i primi due mesi lo stesso ha fatto fronte ai tassi usurai del debito contratto ma successivamente, date le difficoltà economiche, non è più riuscito a restituire i soldi richiesti. Da parte dei connazionali creditori sono iniziate allora le telefonate e le minacce di morte nei confronti anche dei suoi familiari, fino a che gli stessi non l’hanno sequestrato portandolo con la forza in un casolare abbandonato nelle campagne di Albano Laziale. Il sequestro è avvenuto prelevando la vittima con la forza da un bar, nel casolare lo stesso è stato prima legato ad una sedia e colpito con calci e pugni su tutto il corpo, permettendogli di recarsi in bagno solo slegandogli le gambe e una mano; poi non ha mangiato e bevuto per tre giorni, venendo colpito con una torcia alla testa e poi con un asciugamano bagnato. La vittima, malato di diabete ed altre patologie, ha allora chiesto ai suoi connazionali di poter uscire da quella situazione chiamando un suo amico italiano, sapendo che questi probabilmente aveva la disponibilità dei soldi richiesti dai sequestratori. Dopo aver dormito su un materasso buttato in un bagno, con finestra e porta chiuse e continuamente sorvegliato, gli è stata concessa una telefonata sempre sotto vigilanza, che lo stesso ha effettuato nei confronti di un carabiniere suo conoscente. Il militare ha subito capito la situazione ed ha organizzato un servizio per poter liberare l’albanese. Ha poi parlato con uno dei sequestratori, incontrandolo in un bar poche ore dopo: quando questi ha scoperto la professione del militare, lo ha aggredito cercando di scappare ma è stato subito bloccato dai colleghi intervenuti immediatamente in ausilio.
Dopo intense ricerche ed accertamenti, i carabinieri dell’aliquota operativa della Compagnia di Palestrina insieme a quelli dell’aliquota operativa della Compagnia Carabinieri di Velletri, sono riusciti ad individuare il casolare in cui era tenuto l’albanese, liberandolo e portandolo al sicuro. Al momento dell’irruzione, gli altri due sequestratori sono riusciti a scappare per le campagne limitrofe ma uno di loro è stato intercettato e bloccato dai militari.
I due sequestratori sono stati così arrestati per i reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e resistenza a pubblico ufficiale in concorso. La vittima è stata sottoposta alle cure mediche del caso, con una prognosi di 30 giorni.
Le immediate attività investigative poste in essere dai Carabinieri della Compagnia di Palestrina, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno permesso nei giorni successivi l’individuazione del terzo sequestratore, tratto in arresto in esecuzione di un ordine di custodia cautelare in carcere per i reati di sequestro di persona a scopo estorsivo, usura e lesioni aggravate, continuate ed in concorso. La medesima ordinanza è stata notificata in carcere agli altri due albanesi già arrestati in flagranza.
Le indagini continuano e ora i carabinieri sono sulle tracce del quarto sequestratore.