Ladispoli – Non era certamente per carnevale, che i titolari di due campeggi di Ladispoli, avessero travestito le loro attività in associazioni culturali. Lo hanno fatto, invece secondo la finanza, per evadere le tasse. A scoprirlo sono stati i finanzieri di Roma. Le due imprese di Ladispoli, concessionarie di aree demaniali, avevano la veste di “associazione culturaleâ€, pur in presenza di una vera e propria attività a scopo di lucro.
Infatti, nelle strutture, attrezzate per il campeggio e complete di bar e ristorante, l’accesso avveniva senza l’osservanza di particolari formalità e senza che gli utenti conoscessero lo statuto e il regolamento associativo.
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Ladispoli hanno anche esaminato le movimentazioni dei conti correnti bancari e postali, ricostruendo l’effettivo giro d’affari delle due imprese, ammontante complessivamente a circa 5 milioni di euro, completamente sfuggiti dalle rispettive dichiarazioni presentate al Fisco.
Travestendosi da “associazioni culturaliâ€, i titolari hanno omesso il versamento di imposte dirette per 1.375.000 euro ed evaso l’IVA per 185.000 euro, risparmi indebiti che hanno permesso di praticare ai propri clienti prezzi più vantaggiosi danneggiando così gli operatori rispettosi delle regole.
Nel corso dei controlli, è anche emerso l’utilizzo di fatture false per abbattere ulteriormente il già esiguo reddito imponibile e l’impiego di 17 lavoratori completamente “in neroâ€.
Foto repertorio (non rappresenta i campeggi in questione)