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Omicidio di Alatri, indagini concentrate anche sulla Skoda. Indagati restano in carcere

Alatri – Arresti convalidati e i due accusati dell’uccisione di Emanuele Morganti restano in carcere a Regina Coeli di Roma.

Ad Alatri, invece si continua ad investigare a bocche cucite. Nessuna conferma o smentita alle indiscrezioni trapelate ieri in merito alle risultanze dell’autopsia che avrebbe confermato la morte di Emanuele provocata dai colpi, in particolare quelli alla nuca subiti dal giovane durante il pestaggio di venerdì notte. Del resto lo si sapeva dai racconti di alcuni testimoni. Colpi scagliati mentre il ragazzo era a terra, anche con un oggetto metallico indicato come spranga. C’è chi sostiene che gli avrebbero camminato in testa mentre era a terra e ciò spiegherebbe anche le lesioni alle vertebre cervicali che gli erano state riscontrate quando era ancora in vita.

Ma prima dell’affondo assassino delle bestie, prima che Emanuele cadesse al suolo, avrebbe sbattuto il volto contro la fiancata di un’auto; una Skoda parcheggiata sulla piazzetta. Colpito alla nuca da un pugno, la vittima avrebbe impattato contro l’auto prima di stramazzare e subire tutto il resto.

C’è da giurarci che sarà su quell’impatto che le difese si batteranno per alleggerire le posizioni processuali dei loro assistiti quando, ovviamente e se, dovesse istituirsi un processo.

Lo sanno bene i carabinieri che indagano sul caso, e che hanno effettuato più volte minuziosi rilievi sulla Skoda, ovviamente, sotto sequestro.

Ermanno Amedei

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