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Omicidio di Alatri, la paura che tappa la bocca

morgantiEmanuele

Alatri – Ancora una nottata di lavoro e riflessioni per gli inquirenti dei carabinieri che indagano sulla morte di Emanuele Morganti, il 20enne di Alatri pestato davanti al Mirò, il locale di piazza Regina Margherita.

Gli assassini di Emanuele sono ancora a piede libero anche se, non vi sarebbero dubbi su questo, il cerchio gli si sta stringendo intorno inesorabilmente. I nomi che si ripetono sono sempre gli stesso e sempre con maggiore convincimento.

Gli uomini del Maggiore Antonio Contente, fin dalla prima chiamata di soccorso per la rissa davanti al locale, non hanno chiuso occhio e continuano ad ascoltare e incrociale le versioni di decine di testimonianze.

La paura, però, sembra essere avversaria della verità. Pare, infatti, che il terrore di quanto visto fuori al Mirò abbia tappato la bocca a qualcuno. Su facebook si ripetono gli appelli della gente a fornire ogni elemento utile per risalire ai colpevoli perché, è chiaro, che Emanuele è stato vittima di un branco. Possibile che nell’epoca in cui si fotografa ogni stupidità, nessuno ha scattato una foto o realizzato un video di quanto accadeva?

Emanuele era nel locale con una ragazza. La tragedia si sarebbe innescata, come spesso accade, da una parola di troppo. Poco importa se un apprezzamento alla ragazza, oppure, lo scambio di una bevanda. Ciò che doveva finire con uno sguardo accigliato o un più maturo chiarimento verbale, è finito invece con una violenza inaudita e cieca fatta di pugni e sprangate, addirittura c’è chi parla dell’utilizzo di una chiave inglese. Tutti segni lasciati sul corpo del 20enne che dopo 36 ore di agonia, è morto.

Ermanno Amedei 

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