Velletri – Stringevano il cappio dell’usura intorno al collo di famiglie con difficoltà di ogni genere. C’era chi si rivolgeva a loro per sostenere spese mediche o quelle scolastiche per i figli. Loro, la famiglia dell’usura, pretendeva tassi di interesse fino al 240% annuo. Le indagini svolte dai carabinieri di Velletri comandati dal capitano Giambattista Fumarola e diretti dal tenente Marco Colì, hanno disarticolato questa organizzazione familiare composta da padre, madre, figlio maggiorenne, allargata ad altre due persone exstrafamiliari. Hanno eseguito, quindi, cinque provvedimenti restrittivi, emessi dal GIP, del locale Tribunale, nei confronti di 3 uomini e 2 donne residenti tra Ariccia ed Albano Laziale, ritenuti responsabili di usura, estorsione, violenza sessuale, lesioni personali e spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
Le misure cautelari, tre di custodia cautelare in carcere, uno degli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, scaturiscono da un’articolata attività di indagine condotta dal novembre 2016 al marzo 2017, dal Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri e dalla Stazione Carabinieri di Ariccia, coordinati dal Sost. Procuratore dott. Travaglini della Procura veliterna, che ha permesso di disvelare uno spaccato di criminalità operante nell’area dei Castelli Romani, ove decine di persone per sopravvivere alle proprie difficoltà economiche e per far fronte ai bisogni quotidiani, erano costretti a ricorrere a prestiti usurari.
Le indagini, condotte sia con attività tecnica intercettiva ma soprattutto con numerosi servizi di osservazione e pedinamento, hanno superato gli ostacoli dovuti al clima di diffusa e pericolosa omertà .
Gli esiti investigativi hanno permesso di accertare l’erogazione di somme di denaro gravate da elevati tassi d’interesse, anche pari al 240% su base annua;  forme di recupero dei crediti caratterizzate da minacce verbali, psicologiche, e metodi estorsivi degenerati anche in violente aggressioni fisiche con gravissime lesioni personali e violenze sessuali; cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina, con forme di pagamento anche ratealizzato (che andavano ad alimentare il circuito usuraio); l’esistenza di una vera e propria contabilità redatta da uno degli indagati (e sequestrata dai militari operanti), con i conteggi di almeno una parte dei clienti usurati; nello specifico sono stati conteggiati 36 vittime nell’anno 2013 (con introiti pari a 41.700 euro), 46 nell’anno 2014 (con introiti pari a 58.500 euro), 70 nell’anno 2015 (con introiti pari a 93.100 euro),  55 nell’anno 2016 (con introiti pari a 77.450 euro); una prassi consolidata di “scambio di clientelaâ€Â tra usurai, attuata agli occhi delle vittime come soluzione bonaria per fronteggiare i ritardi nei pagamenti settimanali o mensili; una sottomissione psicologica delle vittime, che nella maggior parte dei casi ricorreva ai prestiti per fronteggiare quodiane esigenze di vita (pagamento di visite mediche, spese scolastiche per i figli, ecc.) ovvero derivanti da difficoltà economiche, anche connesse allo stato di disoccupazione. Al vertice del sodalizio vi era un 42enne, di Ariccia, con diversi precedenti, già destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, il quale è ritenuto responsabile altresì di violenza sessuale continuata nei confronti di una donna annoverata tra le vittime di usura nonché lesioni personali in danno di un uomo (anch’egli vittima di usura), a cui avrebbe fratturato sei costole (reati per i quali è stato sottoposto a OCC in carcere);  si avvaleva della moglie 44enne (sottoposta ad OCC in carcere) e del figlio 18enne (sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), nonché degli altri due indagati una donna 57enne (anch’ella ritenuta responsabile di usura e sottoposta ad OCC in carcere) e di un 31enne (sottoposto alla misura degli arresti domiciliari). Gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di Velletri e Roma Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.