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Imprenditore incaprettato a Terracina, la svolta. Arrestata coppia che gli prosciugava conto corrente

Terracina – Lo hanno narcotizzato sequestrato e mantenuto imbavagliato per giorni al fine di prosciugargli il conto corrente. La morte di Umberto Esposito, il cui corpo è stato rinvenuto nelle campagne di Terracina il 24 marzo, sembra avere due responsabili. Le indagini svolte dai carabinieri di Latina hanno portato al fermo di indiziato di delitto, una coppia composta da una donna 24enne di origini rumene ed il convivente, un italiano 35enne di Fondi (Lt).

Devono rispondere di sequestro di persona, omicidio, rapina, falsificazione di titoli di credito ed indebita utilizzazione di carte di credito e di pagamento. I militari hanno iniziato ad indagare sulle sorti dell’imprenditore 81enne di origini campane ma residente a Roma, già il 15 marzo quando la famiglia ne aveva denunciato la scomparsa.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, Esposito, il 14 marzo, si era incontrato a Latina con i due fermati. In quella occasione i due indagati lo avevano sequestrato, dopo averlo sedato con dei sonniferi, trasportandolo in un luogo, ove è stato trattenuto contro la sua volontà sino al momento della morte. I due quindi si erano appropriati di due bancomat, una carta di credito ed il libretto degli assegni che la vittima aveva con se, e nei giorni 14 e 15 marzo avevano effettuato vari prelievi presso gli sportelli bancomat di Latina ed acquisti presso un centro commerciale di Formia.

Successivamente i due indagati avevano versato presso una banca di Fondi due assegni dell’importo di 25 mila euro, estratti dal carnet sottratto all’uomo, falsificandone la firma e gli altri elementi distintivi. La negoziazione non era andata a buon fine in quanto la banca ove era radicato il conto della ditta gestita dall’anziano imprenditore li aveva respinti avendo rilevato delle irregolarità nella compilazione. Nella giornata del 22 marzo sarebbe sopraggiunta la morte per asfissia meccanica violenta. A quel punto gli indagati, avendo realizzato che era fallito il piano per attingere ulteriormente alle finanze dell’anziano imprenditore, si sarebbero disfatti del cadavere poi rinvenuto con manie e piedi legati nella zona di La Fiora a Terracina.

Nel corso dell’operazione sono state sequestrate le abitazioni, i locali e le autovetture nella disponibilità dei fermati, sui quali verranno disposti accertamenti tecnici.

L’uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Latina, mentre la donna è stata tradotta presso quella di Roma – Rebibbia.

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