Cassino – Era in galera per reati generici ma nelle celle del carcere di Viterbo Sveva subito una preoccupante forma di radicalizzazione. Trasferito nel carcere di Cassino, quel percorso non si era interrotto, anzi, si era rafforzato.
Il 30enne Tunisino espulso ieri dalla Digos di Frosinone aggrediva anche fisicamente chi non professava la sua stessa religione e inneggiava alla Jihad e all’Isis ad ogni attacco terroristico compiuto in Europa.
Nessun dubbio sul da farsi, quindi, e il residuo di pena carceraria che gli rimaneva da scontare è stata trasformata in espulsione dal Paese. L’uomo, quindi, è stato scortato dagli agenti della questura di Frosinone fino in Tunisia dove è stato affidato alle autorità locali. Come lui nelle carceri Italiane ce ne saranno a centinaia e per questo la guarrdia non deve abbassarsi. Non cala, infatti, neanche il livello di guardia intorno agli obiettivi sensibili.
Oggi un tavolo tecnico in prefettura a Roma  ma la scorsa settimana allerte sono state inviate a tutte le prefetture compresa quella di Frosinone. Ma è con la prevenzione che si argina il fenomeno del terrorismo, prevenzione come quella odierna.
Ermanno Amedei