Dall’Italia – Volti stanchi, unghie rosicchiate e qualche ripensamento: è così che si presentano gli studenti dopo aver affrontato oggi la prima prova scritta della maturità 2017.
Escono dalle rispettive scuole man mano, nella maggior parte dei casi dopo 5 delle 6 ore previste per lo svolgimento della prova. A proposito delle tracce, pur essendo molteplici, le opinioni si rivelano simili – e similmente critiche – sul brano di Giorgio Caproni. É stata di fatto scelta per l’analisi del testo la lirica “Versicoli quasi ecologici”, tratta dalla raccolta Res Amissa dell’intellettuale livornese vissuto a cavallo tra le due guerre. Una figura lontana e dai banchi di scuola e dalla visione culturale media, che evidenzia ancora una volta il distacco del mondo del Miur da quello dei ragazzi e della scuola come realtà . Già , perché un Ministero capace di scrivere sulla pagina del proprio sito internet “traccie” è lo stesso a rivelarsi un bambino che gioca con la letteratura, non un’istituzione capace di valutare i propri allievi su quanto essa stessa abbia deciso di impartire. Si potrebbe giustamente ribadire che uno studente dopo 5 anni dovrebbe essere in grado di svolgere un’analisi testuale. Basti pensare al fatto che per realizzarla al meglio persino i critici letterari abbiano bisogno di basarsi sulla vita e sul pensiero dell’autore considerato, dunque come potrebbe un alunno condurre un lavoro del genere su un autore escluso dai testi scolastici?
Non sorprende dunque sapere che i coraggiosi ad intraprendere questa traccia, secondo le testimonianze dei giovani cassinati, sono stati solo una piccola percentuale, dai 3 ai 5 su classi di 25/30 persone. Ben più favore ha ricevuto la proposta sulla tecnologia, che ha coinvolto alunni soprattutto fra gli istituti tecnici e i licei scientifici. Tra i licei umanistici, il prediletto è stato il saggio di ambito artistico/letterario sul rapporto uomo-natura. Discreta l’adesione alla tipologia B, riguardante Montecassino, contro i pronostici che la davano fra i favoriti nel territorio.
Non resta dunque che sperare in una rivalutazione dei propri metodi da parte del Ministero dell’Istruzione, che comprenda l’esame dei programmi proposti e dei limiti culturali imposti ai cittadini del domani. Per citare Orwell nell’opera 1984 ” (…) l’ignoranza è forza”
Giulia Guerra