Russia – A distanza di 70 anni ci sono corpi di soldati italiani in fosse comuni e c’è chi, in questi giorni, sta lavorando per dare loro degna sepoltura. E’ l’associazione Cassinate Linea Gustav il cui presidente Damiano Parravano sta lavorando in in Russia in prima persona al progetto Kirov 2017 promossa dal Napv. “In questi giorni una nostra delegazione si trova a Kirov, una cittadina a circa 1000 km a nord est di Mosca dove parteciperà agli scavi di recupero di migliaia di prigionieri, tra cui un numero ancora imprecisato di nostri connazionali, morti durante i trasferimenti interni durante la seconda guerra mondiale”.
“Situate a ridosso della ferrovia che transita da Kirov – Si legge sul sito napv – le fosse venivano realizzate alla meglio per dare sepoltura alle migliaia di prigionieri di varie nazionalità deceduti sui treni per tifo, ferite, gelo o denutrizione durante i trasferimenti. Kirov, infatti, era un importante snodo ferroviario sulla via della Siberia, dove i convogli rientravano colmi di prigionieri dopo aver trasportato al fronte gli armamenti e le munizioni prodotti nelle numerose fabbriche presenti in zona. La città , peraltro, era sede anche di molti ospedali, situati al sicuro nelle retrovie che, in molti casi, fornirono ai prigionieri le cure possibili”.
Sulla stessa pagina del sito ci sono le modalità per finanziare l’iniziativa che, lo ricordiamo, ha lo scopo di riportare a casa i resti di più connazionali possibili.
Ermanno Amedei
Foto www.Napv.it