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Possiamo ancora morire assassinati nel 2017?

 

Ogni uomo a questo mondo nutre dei sogni, cela in sé speranze, disegna progetti. Siamo oggi la realizzazione dei sogni degli uomini del passato: voliamo sugli aerei che Leonardo da Vinci aveva progettato 500 anni fa, navighiamo sui computer che Steve Jobs fece nascere nel suo garage a poco più di 20 anni. Perché dunque moriamo ancora sotto i colpi di un machete? Perché dobbiamo morire trapassati da un coltello recandoci semplicemente a fare la spesa? Ieri ad Amburgo, in quel supermarket, non è morto solo un uomo: è morto un sogno oggi, qualcosa di straordinario domani. È morta una madre, sente le briciole del suo cuore cadere a terra già frantumate mentre prepara l’abito nero per assistere al funerale del figlio. È morta una moglie, una compagna, degli amici, i vicini di casa. Siamo morti noi.

Moriamo così mese dopo mese, attentato dopo attentato, Nizza dopo Parigi, Manchester dopo la Siria, Roma dopo chi? Milano, e la sua Stazione Centrale ridotta a un bazar di immondizia umana, dopo chi? Quanti coltelli peseranno ancora sulle nostre teste? Quante vittime lasceremo morire, limitandoci a piangerne la scomparsa? Per ogni assassinio di questi anni, meno persone e meno sviluppo in quelli futuri. Sono poi decine le morti che tuttavia non si contano. Decine di padri divorati dalla domanda: “Perché mio figlio, tanto giovane, e non io nella mia vecchiaia?”, centinaia di figli: “Perché proprio la mia mamma non tornerà più?” e migliaia di nasi rivolti alle pagine di un giornale, milioni gli occhi a leggere di queste notizie e chiedersi cosa possa essere fatto. Quale progetto consegneremo al futuro? Un capitolo di storia sugli attacchi del 2017? Uno spoglio obelisco in ricordo delle vittime degli attentati?

Un’Europa tornata al Medioevo, ecco in cosa viviamo. Ma persino quei secoli bui hanno trovato la loro fine, persino nel 1700 mentre ancora si bruciavano povere donne prese streghe qualcuno propose l’abolizione della pena di morte, il milanese Beccaria. E mentre la Corea del Nord gioca a provocare gli Usa con i suoi missili, mentre Roma soffre la sete per la prima volta dalla sua fondazione (27 secoli fa), mentre Gerusalemme beve il sangue dei suoi cittadini, le nostre dita digitano su tastiere luminose e le nostre bocche si fanno a cuore in un selfie. Le nostre gole, invece, sono offerte ai coltelli di chi disprezza la nostra terra meravigliosa e la sua gloriosa storia, i padri illuminati grazie ai quali oggi esistiamo.

Giulia Guerra

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