Riceviamo e pubblichiamo nota dal coordinatore provinciale FI, Pasquale Ciacciarelli “Ritengo che la lentezza della macchina burocratica sia il cancro del nostro Paese, un cancro insidioso che impedisce, o meglio frena la crescita necessaria allo sviluppo de territorio. Quando tale lentezza investe la sfera sanitaria, le conseguenze si rivelano devastanti per la salute pubblica. Mi riferisco -tuona Ciacciarelli- alla mancata elaborazione del registro tumori nella nostra provincia. Nonostante sia stato approvato un regolamento di attuazione ed integrazione della legge regionale 12 giugno 2015 n.7 sull’istituzione del Registro Tumori della Regione Lazio, e vi sia anche il parere positivo dell’Autorità Garante della Privacy per il trattamento dei dati personali, nella provincia di Frosinone non vi è alcuna traccia dell’elaborazione del registro. Eppure siamo in una terra altamente contaminata da ecoreati, rimbalzata alle cronache nazionali come Terra dei Veleni, ove emerge come protagonista la Valle del Sacco, seguita immediatamente dal caso Nocione, spostandoci più a sud, l’inceneritore di San Vittore, la discarica di Roccasecca. Un territorio che non smette, purtroppo, di combattere contro l’insediamento di nuovi impianti, vedesi caso Fiotech, che aggraverebbero ulteriormente il già precario equilibrio ambientale . Ad oggi, soltanto la provincia di Latina, seguita immediatamente da Viterbo possono vantare due registri tumori accreditati a livello nazionale dall’associazione Airtum, Associazione italiana registri tumori. Esorto, pertanto, la Regione Lazio ad attivarsi a creare la giusta sinergia con la Asl di Frosinone ai fini della raccolta dati. Parlo del monitoraggio dell’andamento delle patologie tumorali nella popolazione, di valutare l’appropriatezza dei trattamenti terapeutici in oncologia, di monitorare l’efficacia dei programmi di screening oncologico. Non possiamo permetterci il lusso di rimandare a domani l’attivazione di un progetto simile, di straordinaria rilevanza non solo per la cura ma anche per la prevenzione di patologie invasive quali il cancro. La possibile individuazione di una concentrazione di patologie del medesimo ceppo in una detta area può essere determinante nell’ indurre i residenti ad aumentare il livello di prevenzione e, quindi, avere più possibilità di sconfiggere la patologia. La Regione Lazio, in qualità di ente territoriale e la Asl di Frosinone debbono necessariamente abbattere la paralisi, quel lassismo che da troppo tempo le contraddistingue. La logica dell’oggi è, in questo caso, un imperativo”.