DALL’ITALIA - La studiata operazione portata avanti da Pirelli per rientrare sul mercato azionario internazionale sembra essere giunta alla svolta: è di venerdì 1 Settembre la notizia che la società della Bicocca, leader nel settore degli pneumatici, ha presentato al Mercato Telematico Internazionale, gestito da Borsa Italiana, la domanda di ammissione a quotazione delle sue azioni ordinarie.
Promesse mantenute
Il campo prescelto per il rientro in Borsa di Pirelli è infatti la Borsa di Milano di Piazza Affari, quella stessa Piazza che aveva dovuto lasciare agli inizi del 2016, con un delisting che aveva lasciato l’amaro in bocca a investitori e dirigenti.
E proprio il numero uno di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, storico AD del Gruppo e Vice Presidente di Mediobanca, aveva promesso un rientro sul mercato dell’azienda milanese, che secondo le prime stime doveva consumarsi  entro il primo trimestre del 2018, ma ha poi subito una significativa accelerazione negli ultimi mesi ed è quindi atteso per Ottobre.
A convincere l’azienda della concreta possibilità di anticipare il processo di presentazione della propria Inital Public Offering (IPO), sono stati i numeri positivi registrati nell’ultimo bilancio e il fatturato in significativa crescita. Merito di una positiva apertura e ricettività del mercato ma anche del nuovo target su cui ha deciso di puntare il Gruppo Pirelli, con un business orientato sui comparti Premium e Prestige e sulle produzioni hi tech e di alta gamma.
La lunga strada verso l’IPO
Ma per giungere alla presentazione della domanda di quotazione, il percorso che l’azienda ha dovuto seguire è stato lungo e programmato nei minimi dettagli. Condizione per poter lanciare la nuova IPO e rientrare in Borsa, era infatti una miglior gestione e la parziale riduzione del debito accumulato dopo l’opa del 2015.
Pirelli ha saputo migliorare il suo profilo finanziario grazie a un’operazione di rifinanziamento guidata da un consorzio di banche internazionali, che ha permesso al colosso milanese non solo di ridurre e dilazionare il debito in rate più gestibili, ma anche di aumentare il suo capitale, preparando quindi la strada ai futuri investitori.
Azioni e condizioni
La notizia riportata sul sito dell’ANSA e sui maggiori periodici a stampa e digitali dedicati al mondo della finanza, presenta le condizioni e i dettagli sull’offerta pubblica iniziale che sarà presentata da Pirelli: intanto è bene precisare che tale offerta sarà rivolta al pubblico indistinto in Italia, mentre è previsto un collocamento istituzionale entro il quale potranno aderire gli investitori internazionali.
La cosa non deve stupire, soprattutto se si considera che la Società della Bicocca ha da poco rinnovato lo Statuto societario, inserendo delle nuove disposizioni specificatamente rivolte a tutelare l’italianità dell’azienda e del marchio della P lunga, e a evitare scalate al potere di esterni, che possano minacciare la leadership stabilita dal rinnovato CdA e l’equilibrio dei vertici aziendali.
In attesa dell’avvio della negoziazione delle azioni, che dovrebbe avvenire nel mese di Ottobre, sono già state fatte le prime stime dell’offerta di vendita, che dovrebbe comprendere fino al 40% del capitale sociale.
Anche se per sapere il numero complessivo delle azioni messe in vendita bisognerà attendere l’esito del roadshow, dato che è intenzione dell’azienda farlo in volata a ridosso della quotazione, è stato reso noto che i responsabili della gestione dell’IPO Pirelli, in accordo con il Gruppo milanese, hanno deciso di concedere un’opzione “greenshoe”, che rientrerà nel 40% del capitale previsto per l’offerta pubblica. I questo modo alle banche che seguiranno tutte le operazioni di contrattazione e presentazione dell’offerta, verrà data la possibilità di acquistare un certo quantitativo di azioni, al fine di stabilizzarne il prezzo.
Gli autori dell’IPO
Ma chi sono i protagonisti di questa operazione finanziaria che raggiungerà l’apice i primi di Ottobre, con la definitiva presentazione dell’offerta iniziale di Pirelli?
Un ruolo fondamentale è giocato dalla Marco Polo International Italy, che nel ruolo di detentore del 100% del capitale sociale di Pirelli sarà incaricata di mettere in vendita le azioni disponibili. Un unico azionista venditore ma molti soggetti partecipi, in quanto il controllo di Marco Polo è detenuto per il 65% da Fourteen Sundew, una società di diritto lussemburghese controllata indirettamente dalla società cinese ChemChina, la stessa che ha rilevato Pirelli nel 2015; un’altra quota consistente, il 22,40%, è detenuto da Camfin, la società di diritto italiano legata a Marco Tronchetti Provera e ad altri esponenti del mondo imprenditoriale italiano, nonché partecipata da UniCredit e da Intesa Sanpaolo; il restante 12,60% è invece controllato dai russi della Long Term Investments Luxembourg .
Altri soggetti chiave per l’IPO Pirelli sono il consorzio bancario internazionale formato da Banca IMI, J.P. Morgan e Morgan Stanley, che ha concesso il primo finanziamento a Pirelli per permetterle di risollevare il suo profilo finanziario e svolge anche il ruolo di joint global coordinator e joint bookrunner nel processo di quotazione. Imfine tra gli altri bookrunner ci sono sia soggetti internazionali, come BNP Paribas, BofA Merrill Lynch, Goldman Sachs International, sia soggetti italiani, come Mediobanca e UniCredit Corporate & Investment Banking, mentre il ruolo di advisor finanziario è svolto dalla banca d’affari americana Lazard.