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Frosinone, il Comune contesta l’aumento rifiuti Saf

Frosinone – La Regione Lazio, con determinazione di lunedì scorso, aveva stabilito che per portare i rifiuti nell’impianto di trasferimento di Colfelice, gestito dalla SAF, i comuni dovranno pagare non più 102,94 euro a tonnellata ma 138,68 euro, con effetto retroattivo a partire dal 01/01/2015. La determinazione riguardava anche il Comune di Frosinone, oggetto di un aumento del 30% della tariffa, ed investito, inoltre, dall’impatto negativo dovuto alla misura di retroattività (che implicherebbe un ulteriore pagamento per gli anni pregressi pari a circa 500.000 euro), la cui legittimità era già allo studio della avvocatura di piazza VI dicembre. “L’incremento del 30% della tariffa deciso lunedì dalla Regione Lazio di Nicola Zingaretti – ha dichiarato l’assessore al bilancio e alle finanze Riccardo Mastrangeli – porterà il risultato di annientare lo sforzo compiuto nell’ottica dell’innalzamento della percentuale della raccolta differenziata, a seguito della lunga questione del contenzioso con l’aggiudicazione dell’appalto. Un aumento così sensibile della tariffa di conferimento, da parte dalla Pisana, neutralizzerà gli obiettivi portati avanti dall’amministrazione Ottaviani per contenere quanto più possibile la TARI. Il Comune ha lavorato per ridurre gli importi oggiAggiungi un appuntamento per oggi corrisposti dai frusinati in materia di rifiuti, mentre con questa determinazione della Regione, rischia di abbattersi sui cittadini un incremento esorbitante e non più sostenibile. Regione Lazio e Consorzio SAF sono tenuti, dunque, a trovare soluzioni adeguate per evitare che si scarichino sui cittadini le spese della gestione dell’impianto, con incrementi consistenti della conferenza in discarica”. Sull’argomento è intervenuto anche il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, affermando che: “In questo momento, è inconcepibile qualsiasi ipotesi di aumento dei costi di ingresso dei rifiuti nell’impianto Saf di Colfelice, poiché significherebbe far ricadere sui cittadini le inefficienze di una struttura, come quella della Saf, ormai desueta e tecnologicamente superata, in grado di accogliere solo rifiuti indifferenziati. Il dietro front del governo regionale, pur essendo una notizia sicuramente positiva, conferma come su questa materia non si possa più navigare a vista. È necessaria una strategia che, da un lato, crei ambiti esclusivamente provinciali, evitando ulteriori regali maleodoranti dalla Capitale e, dall’altro, promuova, per il futuro, la rigenerazione di impianti tecnologici dei consorzi pubblici, incentivando la prevalenza del rifiuto differenziato e riciclabile rispetto a quello indistinto. Troppo spesso, infatti, si corre il pericolo che i Comuni e le famiglie spendano tempo ed energie per differenziare mentre, poi, si finisce per creare cumuli in cui si annullano i passaggi della selezione, vanificando la buona pratica dei singoli”.

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