Omicidio o malore? Indagini a 360 gradi sulla morte di Emanuele Bove – FOTO
13 Settembre 2017SANT’ANDREA DEL GARIGLIANO – E’ sul trama al volto e alle condizioni del cuore di Emanuele Bove che si concentrano le indagini dei carabinieri
del reparto operativo di Frosinone comandati dal Colonnello Andrea Gavazzi
Il 40enne di Sant’Anderea del Garigliano è stato trovato morto ieri sera in via Roma non molto distante dalla sua autovettura danneggiata.
Il parabrezza della Peugeot 208 parcheggiata era stato sfondato da quello che poteva sembrare un colpo d’ascia, così come il lunotto posteriore. Lui era uscito di casa dicendo ai familiari che sarebbe andato a prendere un caffè con gli amici, poi, alle 23 circa, qualcuno lo ha trovato agonizzante sull’asfalto e ha avvisato l’ambulanza. Gli operatori giunti sul posto non hanno potuto far altro che costatarne il decesso. Sul volto era evidente la ferita al setto nasale ferita ma non è certo che sia stata quella la causa del decesso. Ancora troppi i punti oscuri della vicenda ad iniziare dai danneggiamenti alla sua vettura.
Emanuele è descritto da tutti come un uomo per bene, senza problemi di sorta. Non aveva a che fare con droga o alcool. Il danneggiamento della sua auto, però deve avere una spiegazione.
Chi e perché gli ha danneggiato l’auto?
Le ipotesi sono due: lo scambio di persona o qualcosa legata alla vita privata della vittima, magari una relazione. Comunque pare che lui non fosse presente mentre qualcuno gli rompeva parabrezza e lunotto dell’auto e che si sia accorto dei danni solamente al suo ritorno poco prima delle 23.
Come si è ferito e perché è morto?
Le ipotesi, anche in questo caso sono due: un malore nel vedere l’auto danneggiata con conseguente caduta oppure, data la lontananza dall’auto, l’inseguimento di qualcuno che riteneva responsabile con conseguente scontro fisico. Il medico legale che ha svolto l’ispezione cadaverica non avrebbe trovato altri traumi oltre a quello facciale ma per accertare le cause del decesso si dovrà attendere l’esito dell’autopsia.
Ermanno Amedei
Foto Antonio Nardelli