Stuprata da 27enne di Latina: possiamo prevenire la violenza?
1 Settembre 2017Un villaggio turistico pieno di giovani, una notte di fine estate, un’altra notte in discoteca, con le amiche: è l’ebbrezza dei 20 anni, nemmeno, balliamo adesso che fra un mese saremo a scuola. È una notte perfetta, una vacanza perfetta, un’altra alba sta per arrivare allora concediamo qualche ora al sonno che al mattino il Salento ci aspetta.
Si è addormentata così una turista 19enne, alle prime luci del 30 agosto, nel bungalow dove alloggiava con alcune amiche. Chissà quale risveglio immaginava, l’odore del mare e la voglia di caffè prima di un tuffo in piscina.
Ma i suoi occhi si sono aperti per il peso che sentiva su di sé, uno sconosciuto nel suo letto e l’odore dell’alcol come uno schiaffo sul viso. Poi l’uomo, 27enne di Latina, ha iniziato a parlare, l’aveva scambiata per un’altra. Questo dovrebbe rincuorarla, lui dovrebbe andarsene, capito l’errore. Ma il peso si fa più pressante sul letto, l’uomo resta e con lui quel fiato cattivo addosso, la sofferenza in ogni movimento, con lui i segni di una violenza brutale, di un giovane corpo lacerato in quella vacanza tanto perfetta.
E dopo l’atto la fuga, la richiesta di aiuto, tanti occhi svegliati dalle grida. Tanti ragazzi stupiti, sconvolti, arrabbiati dinanzi tanta immeritata crudeltà . Scatta la caccia all’aggressore, lo trovano, ancora ubriaco. Solo l’intervento dei carabinieri evita il linciaggio, è la solidarietà dei ragazzi, è la rabbia nel vedere la loro spensieratezza spezzata dalla violenza.
Interrogato, l’uomo ammette di aver avuto un rapporto sessuale con la giovane ma parla di un rapporto consenziente, escludendo ogni violenza. È la vigliaccheria del colpevole.
I carabinieri lo hanno posto sotto fermo e al momento si trova nella casa circondariale di Lecce, in attesa della convalida del fermo del gip.
E dopo le violenze di Rimini, di Milano, di tutti i giorni e i Paesi non possiamo non chiederci: impareremo mai dalla violenza a non commettere violenza? Stendiamo bandiere arcobaleno negli stessi locali in cui vendiamo eccessi di alcol, costruiamo strumenti per prevenire terremoti e non facciamo prevenzione di questi atti nelle scuole. Rimproveriamo i nostri figli per un brutto voto a scuola ma insegniamo davvero loro il rispetto dell’essere umano? Non siamo forse tutti complici delle violenze che l’uomo perpetra in quanto tale? Noi e i nostri modi di dire, il nostro sentire passivi le notizie al tg, il nostro scrollare le spalle quando i primi a poter prevenire le violenze siamo noi, noi genitori, noi insegnanti, noi mas media, noi cittadini e tutti noi esseri umani.
Giulia Guerra