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Stuprata da 27enne di Latina: possiamo prevenire la violenza?

Un villaggio turistico pieno di giovani, una notte di fine estate, un’altra notte in discoteca, con le amiche: è l’ebbrezza dei 20 anni, nemmeno, balliamo adesso che fra un mese saremo a scuola. È una notte perfetta, una vacanza perfetta, un’altra alba sta per arrivare allora concediamo qualche ora al sonno che al mattino il Salento ci aspetta.

Si è addormentata così una turista 19enne, alle prime luci del 30 agosto, nel bungalow dove alloggiava con alcune amiche. Chissà quale risveglio immaginava, l’odore del mare e la voglia di caffè prima di un tuffo in piscina.

Ma i suoi occhi si sono aperti per il peso che sentiva su di sé, uno sconosciuto nel suo letto e l’odore dell’alcol come uno schiaffo sul viso. Poi l’uomo, 27enne di Latina, ha iniziato a parlare, l’aveva scambiata per un’altra. Questo dovrebbe rincuorarla, lui dovrebbe andarsene, capito l’errore. Ma il peso si fa più pressante sul letto, l’uomo resta e con lui quel fiato cattivo addosso, la sofferenza in ogni movimento, con lui i segni di una violenza brutale, di un giovane corpo lacerato in quella vacanza tanto perfetta.

E dopo l’atto la fuga, la richiesta di aiuto, tanti occhi svegliati dalle grida. Tanti ragazzi stupiti, sconvolti, arrabbiati dinanzi tanta immeritata crudeltà. Scatta la caccia all’aggressore, lo trovano, ancora ubriaco. Solo l’intervento dei carabinieri evita il linciaggio, è la solidarietà dei ragazzi, è la rabbia nel vedere la loro spensieratezza spezzata dalla violenza.

Interrogato, l’uomo ammette di aver avuto un rapporto sessuale con la giovane ma parla di un rapporto consenziente, escludendo ogni violenza. È la vigliaccheria del colpevole.

I carabinieri lo hanno posto sotto fermo e al momento si trova nella casa circondariale di Lecce, in attesa della convalida del fermo del gip.

E dopo le violenze di Rimini, di Milano, di tutti i giorni e i Paesi non possiamo non chiederci: impareremo mai dalla violenza a non commettere violenza? Stendiamo bandiere arcobaleno negli stessi locali in cui vendiamo eccessi di alcol, costruiamo strumenti per prevenire terremoti e non facciamo prevenzione di questi atti nelle scuole. Rimproveriamo i nostri figli per un brutto voto a scuola ma insegniamo davvero loro il rispetto dell’essere umano? Non siamo forse tutti complici delle violenze che l’uomo perpetra in quanto tale? Noi e i nostri modi di dire, il nostro sentire passivi le notizie al tg, il nostro scrollare le spalle quando i primi a poter prevenire le violenze siamo noi, noi genitori, noi insegnanti, noi mas media, noi cittadini e tutti noi esseri umani.

Giulia Guerra

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