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“Tra i papaveri rossi di Cassino”: in preparazione il nuovo film dell’ex Agente dei Servizi Mary Pace.

FROSINONE – Insieme al suo staff, la nota scrittrice ed ex Agente dei Servizi Informativi Mary Pace  ha dato il via ai preparativi per la produzione di un proprio film, le cui riprese inizieranno il prossimo anno.

La trama della pellicola è tratta da un’opera letteraria, realizzata dalla medesima scrittrice, dal titolo “Tra i papaveri rossi di Cassino” (pubblicata in prima battuta nel 1995 e ristampata nel 2016, sotto forma di seconda edizione ampliata).

Le vicende si sviluppano in un contesto di fatti storici realmente accaduti, ossia durante i tragici eventi bellici del penultimo anno della Seconda Guerra Mondiale. La sceneggiatura si apre tra le macerie dell’Abbazia di Montecassino, intenzionalmente sottoposta ad un pesantissimo bombardamento un mese prima, da parte dell’aeronautica alleata. I protagonisti sono un pugno di valorosi uomini, arroccati tra quelle spettrali rovine. Si tratta degli audaci “Diavoli Verdi” della I Divisione Paracadutisti Wehrmacht, posti a presidio dell’intera zona, la cui tenuta è considerata altamente strategica dagli Alti Comandi germanici, al fine di evitare lo sfondamento della “Linea Gustav”.

Durante i duri scontri che si svolgono giornalmente, il Tenente Flecter, al Comando di quella superstite Squadra tedesca, è colpito ad una gamba da una raffica di mitragliatrice. Le sue condizioni cliniche si aggravano subito. Alcune schegge vicino al femore provocano una repentina infezione. L’Ufficiale necessita di un intervento chirurgico urgente e di una terapia antibiotica, per evitare l’insorgere della setticemia, sicuramente letale. Isolati dal Comando Divisione causa malfunzionamento del radiotelefono, il giovane soldato Hans Fromberg, offertosi volontario, tenta una solitaria e rischiosa operazione di salvataggio: raggiungere il più vicino ospedale da campo e ritornare con un chirurgo.

Tutta la zona circostante è disseminata di truppe alleate. Fromberg non riesce a congiungersi con il XIV Corpo del Generale von Senger, poiché raggiunto da un improvviso colpo di arma da fuoco, che gli trapassa la spalla sinistra. Privo di sensi, il paracadutista è soccorso da una fascinosa ragazza del posto, Elvira Valente, che casualmente si imbatte nel corpo del tedesco. Noncurante del rischio, la bella ciociara carica il soldato sul proprio carretto, trainato da una mucca. Giunta presso la casa della zia, nasconde il corpo nella stalla adiacente. Elvira si preoccupa quindi di lavare e fasciare la ferita di Fromberg, nonché di ristorarlo con del cibo.

Troppo debole per riprendere la marcia e con la ferita ancora aperta, il paracadutista comprende di non potersi rimettere subito in cammino, dovendo restare nascosto. Passano così i primi giorni. Tra Hans ed Elvira sboccia un’attrazione reciproca. Entrambi riescono a capirsi, poiché il soldato parla un ottimo italiano. Parzialmente ristabilitosi, il paracadutista trascorre le nottate in un pianoro, nei pressi della stalla, dove è sempre raggiunto da Elvira. Investiti da una passione travolgente, essi “consumano” il loro idillio sotto gli ulivi. Così, alienati dalla guerra che tutto intorno imperversa con la propria carica distruttrice, i due giovani vivono un mese incantato.

Con la ferita completamente cicatrizzata, Fromberg decide di lasciare quello spaccato di vita quasi surreale e di riprendere l’originaria missione. Nel frattempo, la sua indebita presenza è scoperta dalla zia di Elvira, la quale, imbracciando un fucile, costringe il paracadutista ad andarsene in fretta e furia. Consegnandole un foglio con l’indirizzo di casa a Francoforte, il tedesco promette alla sua amata che, a guerra terminata, tornerà per sposarla.

Fromberg si riunisce al proprio Comando, dove viene a sapere che il suo Tenente si è completamente ristabilito. Tuttavia, gli è vietato il ricongiungimento con la sua vecchia Squadra a Montecassino. Quest’ultima, davanti alle soverchianti forze alleate, è invece costretta ad arrendersi poco dopo. I sei Paracadutisti sono portati a Cassino. Appresa la notizia, Elvira si precipita immediatamente, ma, non vedendolo tra i prigionieri, deduce che Hans sia morto. Il sangue si gela nelle sue vene e sviene. Quando riapre gli occhi, la fanciulla si ritrovava presso un Istituto di Suore Orsoline. Lì è visitata da un medico, il quale le diagnostica uno stato di gravidanza.

Elvira è costretta a trasferirsi a Roma. Inizialmente è ospitata in un Convento, dove dà alla luce Antonio, figlio di Hans. Poi trova lavoro come domestica, presso una famiglia agiata.

Tornato a Francoforte a guerra cessata, Fromberg è costretto a ricostruirsi una nuova vita come civile, nonché a cercare un’occupazione. Nel 1947, ormai in grado di provvedere a sé, egli torna a Cassino, per adempiere la promessa formulata tre anni prima, ossia sposare Elvira. Tuttavia, le ricerche non danno i frutti sperati. Hans non riesce a ricongiungersi con la sua amata. Stroncato dalla delusione, egli torna in Germania.

Venti anni dopo. Antonio, oramai cresciuto, lavora come geometra in uno studio professionale a Roma. Mai sopito in lui l’ardente desidero di riunirsi al padre, decide di partire per Francoforte ed iniziare così le ricerche. Lo accompagna l’amico Angelo, già intenzionato a recarsi in Germania, in cerca di impiego come muratore.

Fromberg, invece, consegue ottimi risultati in àmbito professionale, tanto da meritarsi varie promozioni, fino al livello di primo dirigente dell’azienda in cui lavora. Una sera egli si reca nell’abitazione della sua segretaria personale, Magda, dove quest’ultima ha organizzato una festa per il proprio compleanno. E lì, segno del destino, incontra il suo vecchio Tenente Flecter. Seguono vibranti manifestazioni di giubilo per entrambi. All’amico ritrovato, Fromberg confida quindi dubbi e remore che lo affliggono: egli non potrebbe sopportare di vedere la sua amata, Elvira, tra le braccia di un altro uomo.

Nel frattempo, a Francoforte, Antonio continua le ricerche del padre. In procinto di esaurire i soldi, necessari per restare in Germania, ma non avendo intenzione di desistere dai suoi propositi, Antonio è costretto a svolgere la mansione di manovale, presso la medesima impresa di Angelo.

Una sera, per il semplice fatto di essere italiano, Angelo è aggredito da un gruppo di tedeschi. Costretto al ricovero ospedaliero per un paio di giorni, causa traumi patiti, Angelo decide, dopo quel fatto, di portare sempre con sé un coltello, nella tasca dei pantaloni.

Intanto, Antonio conosce una ragazza, di nome Sylvia. Entrambi iniziano a frequentarsi. Fra i due giovani sboccia l’amore.

Un giorno, il Presidente della società edile, per cui lavora, incarica Angelo di recarsi l’indomani presso un fornitore, al fine di vigilare sulla corretta esecuzione della consegna di alcuni materiali. Avventurandosi tra i corridoi dell’azienda, davanti alla macchina automatica del caffè, Angelo incontra un uomo, il quale, segno del destino, ha le medesime fattezze del suo amico Antonio, tuttavia con venti anni di più. La somiglianza è oltremodo evidente. Angelo ipotizza che quella persona possa davvero essere Hans Fromberg. Ciononostante, per evitare di illudere il suo amico, Angelo decide di condurre delle indagini per proprio conto.

Grazie al numero di targa della vettura guidata, Angelo risale a nome (Magda) ed indirizzo di una impiegata, vista nell’azienda nella precedente occasione. Una settimana dopo, egli si presenta a casa di tale donna. Sebbene le intenzioni del ragazzo siano del tutto lodevoli, non è affatto facile superare le comprensibili diffidenze di Magda, verso un perfetto sconosciuto. A quel punto, Angelo estrae dalla tasca il coltello, che punta alla gola della donna. Sotto tale minaccia, Magda rivela il nome dell’uomo, incontrato qualche giorno prima in azienda, ossia “Hans Fromberg”. Quando poi Angelo lo informa, Antonio rimane sveglio tutta notte, a causa della naturale immensa commozione.

Da parte sua, Magda racconta a Fromberg quanto accaduto. Questi, con il pretesto di assolvere alcune incombenze lavorative, fa convocare Angelo nel proprio ufficio. Dopo un inevitabile alterco iniziale, il ragazzo dichiara la vera finalità del proprio gesto. Entrambi si dirigono al cantiere, dove sta lavorando Antonio. Tra copiose lacrime ed intense emozioni, padre e figlio possono finalmente abbracciarsi.

Antonio scrive una lettera alla madre, informandola di Hans e pregandola di raggiungere Francoforte. Quando Elvira ed Hans si riabbracciano, la gioia è incommensurabile.

Pochi giorni dopo, essi si sposano, coronando così l’agognato sogno di una vita intera. La medesima sera, al fine di festeggiare, tutti quanti si recano a cena in un ristorante. Tuttavia, contro un gruppo di tedeschi seduti al tavolo accanto scoppia una rissa, durante la quale Fromberg è ferito in modo grave, colpito da un fendente con un collo di bottiglia rotta. Trasportato d’urgenza all’ospedale, muore a causa della forte emorragia. Il dolore straziante per tale perdita è immane.

Un tedesco, uscito indenne dai letali pericoli della guerra, perde ora la vita in una rissa, per mano di un altro tedesco e solo per difendere un italiano. Un uomo, ritenuto deceduto per venti lunghi anni, riappare con tutta la propria forza dirompente nella vita di Elvira, per morire poi tragicamente qualche giorno dopo. Un destino spietato e beffardo.

L’anno seguente, Elvira torna a Cassino. In lei riaffiorano i ricordi del suo travolgente amore con Hans. Ma ormai, a farle compagnia, sono rimasti soltanto i papaveri rossi.

Domenico Tortolano

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