Vico nel Lazio, esempio buona integrazione. Sindaco: il segreto è controllo e rispetto loro diritti

Vico nel Lazio, esempio buona integrazione. Sindaco: il segreto è controllo e rispetto loro diritti

25 Novembre 2017 0 Di redazione

VICO NEL LAZIO - E’ da Vico nel Lazio (Fr), cittadina sui monti Ernici a 720 metri sul livello del mare nella provincia di Frosinone che arriva l’esempio di una perfetta integrazione tra cittadinanza locale e cittadini stranieri richiedenti asilo. Sono 24, costituisco l’1% della popolazione del comune (circa 2300 abitanti), arrivano da paesi come Ghana, Guinea, Somalia, Mali e Nigeria. Ad ottobre hanno festeggiato un anno di permanenze nella comunità di Vico. “Al loro arrivo, assistiti da una cooperativa pugliese – spiega il sindaco Claudio Guerriero, carabiniere in congedo – sono stati accolti con diffidenza e timori per quanto si sentiva dire in giro e negli altri comuni. Poi, lentamente, sono diventati parte integrante della comunità“. Oggi alcuni di loro, grazie a protocolli sottoscritti con le associazioni, fanno parte della squadra di calcio che milita nella seconda categoria, altri, sono inseriti in squadre di volontari di protezione civile e, questa estate, insieme ad altri volontari di Vico, hanno contribuito ad arginare gli incendi che per 27 giorni, hanno assediato il piccolo borgo medievale. Altri collaborano con gli operai del comune per la manutenzione del piccolo borgo e c’è chi, come un 19enne somalo che, proprio in questi giorni, ha ricevuto in dono da una associazione di volontariato, una tromba con cui suonerà entrando a far parte della banda musicale della cittadina. “Alcuni di loro si girano per il paese o per le campagne e quando trovano un anziano impegnato in qualche lavoro, per esempio la raccolta delle olive, si offrono di aiutarlo ricevendo in cambio qualche regalo”. Certamente non saranno mancati i problemi.


“Sì, c’è stato anche qualche personaggio fastidioso. Cinque mesi fa c’era un giovane che infastidiva le donne e creava qualche tensione. La prefettura lo ha tolto dal programma ed è stato allontanato. Gli altri, ormai, li sentiamo nostri cittadini – spiega il sindaco Guerriero – Ma questi equilibri non si costruiscono da soli. Serve la presenza costante delle istituzioni locali. Se lasci quel gruppo in una casa, senza nulla da fare e senza assicurarti che chi deve provvedere a loro non lo fa realmente, certamente faranno danni”. Guerriero conosce bene le popolazioni africane. Da carabiniere effettivo ha prestato servizio per anni come addetto alla sicurezza dell’ambasciata in Ghana, ma anche in Iran e in Turchia. “Al loro arrivo ho detto loro che, prima di creare problemi, di rivolgersi a me per qualsiasi problema, anche con la cooperativa che li gestisce. Il segreto sta nel controllare loro dandogli qualcosa da fare rendendoli utili per la comunità e controllare anche che vengano rispettati i loro diritti”.

Ermanno Amedei