ITALIA – Una delle frasi che si utilizzano più frequentemente (e nel modo più abusato) in questi ultimi anni riguarda le forme in cui Internet ha cambiato la nostra vita. Senza scendere in retorica, è davvero complicato anche solo ricordare come funzionasse il mondo, Italia inclusa, prima che la Rete stravolgesse completamente le nostre abitudini, dalle questioni più piccole e quotidiane fino a quelle più serie e vitali.
Una vita online. Abbiamo utilizzato questo ultimo aggettivo in maniera assolutamente non casuale: oggi anche la vita, o per meglio dire la tutela della vita, passa attraverso il Web, come testimoniano alcune ricerche relative al crescente uso di motori di ricerca e siti per cercare informazioni o richiedere consulenze in materie di salute o legali. In parole povere, grazie alla crescente diffusione di portali dedicati a questioni mediche o a dirimere dubbi e cause varie, oggi gli italiani cercano specialisti online.
Ricerca di informazioni. Ovviamente questo espone a un rischio piuttosto evidente di affidabilità delle informazioni che si trovano riportate sui vari siti: per fortuna, a fronte di una “giungla” di sedicenti esperti esistono anche delle piattaforme molto più serie e certificate, come il sito www.avvocatoaccanto.com per chi ricerca un supporto in tutte le possibili declinazioni delle questioni legali, con l’obiettivo non secondario di riuscire a intercettare anche parte di quella larga fetta di italiani che non si rivolge ai professionisti.
Anche gli avvocati sono sul Web. Secondo recenti statistiche, infatti, nel nostro Paese sono abilitati alla professione oltre 220 mila avvocati, ma quasi un terzo della popolazione dello Stivale non fa riferimento a un professionista per le proprie cause o vicende legali; certo non aiuta la diffidenza che sottende al mondo della giustizia, spesso ritenuto un ambiente caratterizzato da tempi incerti e costi spropositati. Ecco perché la Rete può servire come strumento di velocizzazione delle richieste e delle questioni, a patto come accennato, di trovare un riferimento affidabile.
L’automedicazione ai tempi di Internet. Un problema, quello della attendibilità e della sicurezza, che ha dei risvolti ancor più gravi per il mondo della salute, dove si entra in materie decisamente delicate e dai risvolti anche gravi. L’allarme arriva dalla ricerca del Censis “Il valore socio-economico dell’automedicazioneâ€, realizzata in collaborazione con Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), che rivela come ci siano 15 milioni di italiani che si affidano con una certa frequenza e assiduità ai motori di ricerca sul Web per trovare una soluzione ai loro malanni, che sia la risposta a un mal di testa, un rimedio contro il raffreddore o qualche problema più particolare.
Occhio alle fake news. Quello che preoccupa, però, è che più della metà dei naviganti, ovvero 8 milioni di persone, diventa vittima di informazioni mediche sbagliate o di vere e proprie fake news. Un rischio che è ancora più forte quando si parla di notizie su nuove terapie o scoperte scientifiche, su cui spesso i siti Web si lanciano senza il necessario approfondimento (volendo non mettere in discussione la buona fede di base), e che invece dovrebbero essere confortate da studi pubblicati su riviste scientifiche, e preferibilmente contenere anche il commento di uno specialista o dei professionisti che hanno condotto la ricerca.