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Bollette idriche 2012, quella scorrettezza morale dell’istituzione che fa affogare il senso civico

CASSINO - Come perdere la fiducia nelle istituzioni. Come lasciarsi andare nel delirio e affidarsi a quelli che oggi sono definiti “promotori di demagogia”. Il passo è breve e per compierlo basta che le istituzioni perdano di credibilità, serietà assumendo il ruolo di chi deve essere controllato, di chi non merita fiducia e che all’occorrenza, è pronto ad approfittare anche di disattenzioni come la perdita della ricevuta di pagamento di una bolletta.

La determina del Comune di Cassino numero 2316  del 29 dicembre 2017 va proprio in questo verso (leggi) . Chiedere di “fornire la prova” di un avvenuto pagamento risalente a 5 anni fa, se non è da mascalzoni e se è legale, moralmente non è sicuramente da istituzione “governo cittadino”.

In tanti, infatti, sono corsi a cercare quella prova dell’avvenuto pagamento. Molti l’hanno trovata e dovranno fare file a qualche sportello per portarla in visione, altri ancora, invece, l’hanno trovata solamente dopo aver già pagato. Altri continuano a cercarla tra le ricevute di pagamenti fatti a società private di forniture energetiche, di servizi o istituti bancari di cui “non c’è da fidarsi”. Il Comune, invece “… è roba seria, se mi chiede dei soldi, è perché effettivamente non devo aver pagato qualcosa”.

Evidentemente non è così o non lo è più anche perché, non è difficile immaginare che tanti, oltre agli anziani molti dei quali solitamente sbadati, per evitare le immancabili file agli uffici  Ica, o imbarcarsi in ricorsi per dimostrare la prescrizione di quella richiesta di pagamento, accettino loro malgrado di pagare ma annotandosi questa “scorrettezza istituzionale” che rischia di intaccare il senso civico.

La caccia agli evasori va fatta, il sindaco lo aveva promesso in campagna elettorale e se lo augurano tutti i cittadini onesti che pagano i tributi regolarmente, ma azioni di questo tipo non sono finalizzate a scovare chi non ha pagato il dovuto, ma sembrano fatte apposta per “far cassa” a discapito di chiunque. Il Comune ci ripensi anche se dovrà sostenere le spese delle raccomandate già spedite (5,30 euro ciascuna) ma il prezzo, altrimenti, sarà ben più alto.

Ermanno Amedei

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