Otto arresti per associazione dedita alla bancarotta fraudolenta, uno è laziale
16 Gennaio 2018CAPERNA (Rm) – Un avvocato di 76 anni, C.R. originario di Napoli ma residente a Caperna, è stato arrestato questa mattina nel corso di una indagine con la quale la guardia di Finanza di Forlì ha sgominato una associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa, abusivismo finanziario, ricettazione e appropriazione indebita. In tutte sono state otto le misure cautelari eseguite, due in carcere e sei ai domiciliari tra cui il legale laziale.
Gli investigatori hanno accertato che l’organizzazione, pur avendo sede nel territorio forlivese, operava anche in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia attraverso più società .
Nello specifico, il modus operandi dell’associazione prevedeva di emettere false polizze fideiussorie a favore di terzi soggetti procurandosi illeciti guadagni. Inoltre individuavano società che versavano in grave crisi finanziaria, acquisendole attraverso società di comodo create ad hoc ed intestate a “teste di legno†prive di fonti reddito. Stipulavano contratti d’affitto d’azienda attraverso i quali garantirsi la gestione dell’azienda acquisita in ogni suo aspetto e quindi procedere alla definitiva “spoliazione†di tutti i beni finanziari e strumentali, anche mediate la contestuale rivendita a terzi soggetti fornendo alla platea dei creditori delle aziende acquisite, false garanzie fideiussorie, per altro dietro il pagamento di lauti corrispettivi, al fine di procrastinare nel tempo ogni attività volta al soddisfacimento dei propri crediti.
Nel corso dell’articolata attività investigativa è stato già accertato il pagamento di premi per un capitale garantito pari a circa 50 milioni di euro mentre sono in corso ulteriori accertamenti su polizze che si ritiene possano essere state proposte / stipulate per ulteriori 150 milioni. Tra i beneficiari delle false polizze fideiussorie, oltre a privati ed imprenditori, figurano anche istituti di credito ed enti pubblici; allo stato 150 risultano gli episodi di truffa ricostruiti. Tra questi si segnala il tentato acquisto della OLIDATA Spa, storica azienda romagnola leader nazionale nel settore dell’ICT e primo produttore di PC in Europa. L’acquisizione, tentata attraverso il coinvolgimento di un investitore – già noto alle cronache giudiziarie per aver tentato la scalata della Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio – che utilizzando un fondo del Qatar avrebbe acquisito quote della società cesenate, veniva bloccata dallo stesso management OLIDATA a seguito di riscontri effettuati sulla “consistenza†del fondo.
L’avvocato laziale era un consulente legale dell’associazione.