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E se abolissimo l’INPS?

IL MONDO SPALLE AL MURO – E se abolissimo l’ INPS?
Detta così, a bruciapelo, potrebbe sembrare una proposta assurda. Ma non è così.

Partiamo dal presupposto che negli ultimi tempi, tra proposte elettorali di reddito di cittadinanza e reddito di inclusione, i partiti politici stanno trasmettendo il concetto che lo Stato debba accollarsi e garantire un livello di dignitosa sussistenza a tutti i cittadini.

Consideriamo inoltre il concetto che possa essere quantomeno immorale che lo Stato debba garantire di vivere in ricchezza ad una categoria di persone che, una volta andate in pensione, percepiscono assegni mensili superiori ai quattromila euro e fino a diverse decine di migliaia di euro. Lo Stato deve garantire una vecchiaia dignitosa, non ricca. Se poi, chi ha guadagnato tanto durante la sua carriera lavorativa sia riuscito a mettere da parte beni mobili ed immobili per garantirsi una vecchiaia d’oro, affari suoi.

Ecco, l’idea è che lo Stato dovrebbe concedere a tutti i cittadini, a partire dal compimento dell’età pensionistica, magari diversa a seconda dei lavori più o meno usuranti svolti, una sorta di reddito di cittadinanza fisso per tutti, diciamo di circa millecinquecento euro al mese, attuando una vera e propria gestione equa e democratica delle risorse.

Si eliminerebbero le differenze attuali, che prevedono la pensione su base contributiva e quindi tra chi è stato più fortunato perché i contributi glieli hanno pagati (nel caso dei dipendenti pubblici poi è lo stesso Stato che li ha pagati!) e chi, come le partite iva, se li è dovuti pagare da sé. Si eliminerebbero mille ingiustizie e mille polemiche. Si darebbe serenità a chi, prigioniero della precarietà, non riuscirebbe mai tra qualche decennio ad arrivare al cumulo dei contributi richiesti per legge. Si darebbe dignità al concetto di cittadinanza e si eliminerebbe la vergognosa disparità tra cittadini di serie A e serie B.

Già, ma la copertura finanziaria c’è?

Non sarebbe un problema. Innanzitutto non si dovrebbe più tenere in piedi l’Inps, e sono tanti soldi. Poi si eliminerebbero tutte le pensioni oltre i millecinquecento euro. Inoltre, non dovendosi più versare i contributi, una parte dei soldi prima destinati agli stessi potrebbero essere dati direttamente in busta paga al lavoratore, un’altra parte in tasse, ed un’ultima parte rimarrebbe all’azienda come risparmio. Nel caso dei dipendenti pubblici, con lo Stato datore di lavoro, sarebbe un grande risparmio. Con questa operazione i lavoratori avrebbero più soldi da spendere ed aumenterebbero i consumi e quindi di riflesso il gettito iva nelle casse dello Stato. L’economia ne trarrebbe un giovamento formidabile ed il costo del lavoro scenderebbe favorendo la competitività.

Ancora scettici?

Mettetevi nei panni di quei giovani che, di questo passo, la pensione non l’avranno mai. E di quei nipoti che non avranno i Nonni con la pensione di guerra.

E se invece rientrate proprio tra uno di questi giovani, incominciate a pensare di poter osare di ammettere che sia una buona idea.

MAX LATEMPA

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