Cisterna di Latina, la procura tenta di far chiarezza: carabinieri non hanno strumenti per rilevare corpi vivi
16 Marzo 2018CISTERNA DI LATINA – “Mi corre l’obbligo fare precisazioni su contenuti della trasmissione televisiva Chi l’ha visto. Si é parlato dell’esistenza di apparecchiature, per rilevare presenza di persone in luoghi in dotazione dell’Arma dei carabinieri e non utilizzate. Apparecchiature che ove utilizzate avrebbe rilevato presenza in vita della figlia maggiore di Capasso. Ciò non corrisponde a verità . Un Apparecchio del genere, che io sappia, non è in dotazione all’Arma e bisogna riaffermare che le due povere bambine erano già morte quando le forze dell’ordine si sono presentate in loco”.
Lo ha detto il capo della procura di Latina Andrea De Gasperis in merito all’omicidio di Martina e Alessia Capasso avvenuto per mano del padre suicida Luigi Capasso il 28 febbraio scorso.
La conferenza stampa che si è svolta questa magna in procura a Latina ha visto l’intervento oltre del capo della procura De Gasperis, anche il sostituto procuratore Giuseppe Bontempo che ha coordinato le operazioni la mattina del 28 febbraio a Cisterna di Latina, il maggiore dei carabinieri Pietro Di Miccoli e il maggiore Barbera.
“Avvisati da un inquilino che sente spari, i carabinieri sono arrivati alle 6 meno dieci e al loro arrivo i testimoni riferiscono di aver sentito sei spari nel’appartamento poi più nulla. I carabinieri che presidiano l’area non sentono altri colpi se non alle 13.15 quando Capasso si spara in bocca”.
A parlare è il solo procuratore Capo De Gasperis.
“La piccola è stata attinta da tre colpi, la più grande da sei colpi. Tutte e due alla testa e in parti vitali e un’arma di quel tipo non dà speranza di sopravvivenza. Nulla hanno potuto fare i carabinieri che invece hanno operato come si doveva operare. Non si fanno sparatorie come nei saloon del far west ma si agisce con professionalità come è stato fatto in questo caso intervenendo in sicurezza dopo l’ultimo sparo. L’intervento dei carabinieri è stato tempestivo tanto che alle 11.30 il Gis partito da Livorno era già sul posto. Ci tenevo a dire queste cose per evitare inutili cacce alle streghe”.
Anche la mamma delle piccole è stata attinta da tre colpi di cui uno alla mandibola, ma non è morta. “Non è morta perchè immediatamente soccorsa”.
Inoltre lo stesso procuratore capo ha confermato che l’autopsia non è stata disposta sul corpo di Capasso né su quello delle bambine. “Non serviva – ha risposto – dato che la causa della morte era certa”.