Investire nel 2018: dal mattone alle criptovalute. Cosa conviene?

Investire nel 2018: dal mattone alle criptovalute. Cosa conviene?

16 Marzo 2018 0 Di redazione

DALL’ITALIA - Tutti siamo alla ricerca di un investimento sicuro, in grado di far fruttare i nostri soldi in modo semplice e veloce. Molti, però, credono che l’investimento sicuro non esista, e che per questo 2018 trovare uno strumento affidabile per i propri risparmi sia un’impresa quasi impossibile. Questa è una delle tante domande che gli investitori italiani si pongono ogni giorno, ed è un concetto più che legittimo, vista la recente crisi che ha coinvolto i diversi settori degli investimenti bancari e finanziari. Le certezze in questo campo sono sempre meno, tanto che in molti pensano che non esista ad oggi un investimento sicuro.

Fino a qualche anno fa l’investimento più in voga era quello nel mattone. Tanto che molti facoltosi imprenditori hanno scelto questa via che, anche nel 2018, sembra essere una delle più sicure. Una casa può arrivare a garantire ai loro proprietari un rendimento lordo medio del 5,5% alla fine di quest’anno. Un valore superiore al livello registrato un anno fa, quando a fine 2017 il tasso di rendimento complessivo medio si era fermato al 4% lordo.

La prospettiva di un mercato immobiliare che ha visto crollare i propri valori fino al 35%, inizia quindi a rivedere una reale ripartenza anche in termini di ritorno sul reddito. Oltre che di nuovo interesse per il più classico bene rifugio di ogni famiglia o piccolo investitore.

Bergamo potrebbe registrare a fine 2018 un rendimento medio anno dei propri immobili residenziali fra il 4% e il 5% con punte, per chi investisse oggi in case di un “total return” medio che sfiora anche il 5,5%.Per esempio, e volendo allargare a un confronto, Milano lo scorso anno si è dimostrata la miglior città d’Italia per la performance della casa con un tondo 5% e che confermerà anche a fine quest’anno con un ulteriore 5,7% di rendimento lordo complessivo.

Investire in oro

Negli ultimi anni, complice certamente la crisi economica, il numero delle persone che sceglie di investire in oro è aumentato. L’oro, infatti, è considerato il bene rifugio per eccellenza e quindi, in momenti di turbolenza finanziaria, viene visto come un approdo sicuro. In questo caso si può investire in oro fisico oppure in oro finanziario, e le due tipologie di investimento non sono sinonimi in quanto ci sono numerose differenze tra la prima e la seconda soluzione.

Le polizze vita

Per aderire ad una polizza sulla vita, al contrario di quanto si pensa, non è necessario versare grandi premi, dato che è possibile versare anche solo qualche centinaio di euro l’anno nella speranza di lasciare una piccola eredità ai figli o ai coniugi. Le tariffe delle polizze vita sono molto variabili e dipendono da diversi fattori. Nel comparto vita, ad esempio, le polizze a gestione separata, quelle del ramo I che garantiscono il capitale e un rendimento minimo, hanno riguadagnato terreno a scapito delle polizze di ramo III, le unit-linked. Negli ultimi anni, complici anche i bassi rendimenti, le compagnie si sono spostate dai prodotti vita tradizionali alle unit-linked che hanno il pregio di non appesantire il conto economico e di assorbire meno capitale, visto che non offrono garanzie e il rischio di investimento ricade sui sottoscrittori.

Investire in criptovalute

Quella che stiamo vivendo, però, è un’era fortemente condizionata dalle nuove tecnologie in grado di introdurre soluzioni vantaggiose per i numerosi utenti che navigano in rete. Ed anche nel campo degli investimenti la musica sembra essere cambiata grazie alle criptovalute. Come leggiamo sui maggiori siti che si occupano sull’argomento, ad esempio Borsainside.com, ci sono teorie piuttosto contrastanti tra coloro che credono in questa forma di investimento e coloro che sono totalmente in disaccordo. Quel che è certo è che le Criptovalute hanno cambiato il modo di interpretare gli investimenti, attirando l’attenzione di milioni di utenti pronti a sfruttarne le enormi potenzialità.

La prima criptovaluta coniata è stata Bitcoin, lanciata nel 2009 dall’utente anonimo Satoshi Nakamoto. Si tratta di monete virtuali, decentralizzate e criptate, che vengono trasferite tra pari, ossia tramite la tecnologia peer-to-peer (p2p) – una tecnologia in cui i nodi non sono gerarchizzati, bensì equivalenti.

Tutte le criptovalute hanno per definizione un’origine digitale e derivano dal mining, termine che proviene dal gold mining, ossia l’attività di estrazione dell’oro.

In questo processo, i computer tendono a risolvere complessi problemi matematici che in cambio generano monete digitali. Gli users possono anche scegliere di comprare criptovalute dai broker per poi inserirle o spenderle tramite portafogli digitali. L’intero sistema monetario Bitcoin risiede in un database replicato in tutti i nodi della rete Bitcoin e questo semplice fatto rende superfluo l’intervento di un’autorità centrale.

Il grande successo ottenuto negli ultimi anni da Bitcoin ha spinto milioni di utenti a tentare la fortuna nel mondo delle criptovalute. Tant’è che, nel tempo, sono nate numerosissime criptovalute, alcune molto convenienti e remunerative, come Ethereum, Bitcoin Cash, Ripple, Litecoin e Iota.

Si tratta, dunque, di soluzioni all’avanguardia da sfruttare per far rendere al meglio i propri investimenti. Attenzione, però, ai siti poco sicuri e poco conosciuti, visto che la truffa potrebbe essere dietro l’angolo.