CASSINO – Ancora uno schiaffo agli Ausiliari del traffico che controllavano le strisce blu a Cassino e da mesi senza lavoro. Gli oltre trenta lavoratori che da mesi aspettano la soluzione del problema si trovano ancora in alto mare e la vicenda sembra complicarsi ulteriormente dopo l’incontro dell’altro giorno. Proprio nel confronto di mercoledì scorso, sono saltate, ancora una volta, clamorosamente le trattative riavviate dopo due settimane di “riflessione” con la Emmesse.
Il tavolo convocato in comune non ha portato praticamente a nulla, visto che sembra impossibile al momento definire un accordo sui contratti che i lavoratori vorrebbero a tempo indeterminato e con maggiori tutele rispetto al Jobs Act proposto dalla ditta. L’ennesimo tentativo di chiudere il cerchio prima del via al servizio, sospeso dal 31 marzo, si è dimostrato, ancora una volta, un buco nell’acqua, visto che la società a cui l’amministrazione ha affidato l’appalto, non si è spostata di un millimetro dalla posizione assunta già nelle settimane scorse.
Come si ricorderà la Emmesse, comunicò al comune ed ai lavoratori l’indisponibilità a trattare sulla proposta che prevede contratti a termine definiti secondo le nuove regole del mercato del lavoro, ma anche un possibile trasferimento del personale in altra sede e 60 giorni di prova. Nell’incontro il concetto è stato ribadito con forza tanto da far surriscaldare gli animi. Addirittura, dopo una discussione abbastanza animata tra i sindacalisti ed i due referenti dell’azienda è stato confermato che neanche sul periodo di prova si sarebbe potuto negoziare. Sull’eventualità che i due mesi possano concludersi con un licenziamento, uno dei rappresentanti della Emmesse ha risposto affermativamente, chiarendo che nel caso in cui fosse necessario si potrebbe fare a meno di qualche lavoratore.
All’ostinazione della società partenopea i sindacalisti, hanno ribadito con fermezza che sui contratti e sulle tutele non si può trattare alcunché, tanto che i due rappresentanti hanno abbandonato polemicamente il tavolo. Cosa succederà ora è tutto da verificare, ma la possibilità di un nuovo bando sembrerebbe l’ipotesi più accreditata e, forse, l’unica ultima speranza per i lavoratori.