CASSINO – Il dissesto finanziario al comune di Cassino è, sicuramente, il motivo dominante delle discussioni di questi giorni e il motivo di scontro fra maggioranza ed opposizione in seno al Consiglio comunale. Ogni giorno si scoprono ammanchi e buchi di bilancio, debiti che fanno diventare sempre più rosse le casse comunali. Si potrebbe dire ‘incandescenti’ viste le cifre milionarie di cui si tratta. Ogni giorno, insomma, sembra si scoprano criticità e debiti accumulati negli anni, tali da far rabbrividire anche i più ottimisti, se considerati per un comune come Cassino di poco più di 40 mila abitanti. Il default resta il terreno per accuse reciproche fra gli esponenti politici cittadini e per proporre soluzioni al problema. Nei giorni scorsi il sindaco D’Alessandro e l’assessore alla programmazione economica e finanziaria Ulderico Schimperna hanno lavorato sulla causa Turriziani e la nota pervenuta dal dottor Lorenzo Norcia e dal segretario comunale sulle potenziali passività dovute a sentenze e cause ancora in corso. Un debito di proporzioni enormi e con passività per circa 42 milioni di euro, di cui 12 immediatamente esigibili. L’impegno del Primo Cittadino sarebbe quello – secondo quanto contenuto in un comunicato stampa dei giorni scorsi – di valutare tutte le azioni penali, civili e contabili da intraprendere per tutelare gli interessi di tutti i cittadini di fronte alle mancanze di chi ha portato il comune di Cassino verso una situazione di disastro finanziario.
“Alla luce di quanto sta emergendo – si legge ancora nella nota di piazza De Gasperi – è necessario da parte mia fare una approfondita riflessione soprattutto in merito a quanto non mi è mai stato comunicato dalla precedente amministrazione. Soprattutto nella stesura del verbale di consegna del 21 giugno 2016. E’ appena il caso di evidenziare che nel bilancio consuntivo 2017 abbiamo inserito una manovra economica definita lacrime e sangue di quasi €9.000.000. Ciò nonostante siamo riusciti ad abbassare la quota di disavanzo di oltre €300.000. Questo sta ad indicare l’azione e la bontà delle nostre scelte in logica prosecuzione di una mancanza di equilibrio finanziario che aveva portato chi ci ha preceduto a dichiarare il solo predissesto. Ma tutto ciò che viene dal passato e che ora incombe sulle casse di questo comune dovrà essere oggetto di apposita relazione, da parte del segretario comunale, con la quale rendere edotti tutti i cittadini e soprattutto adire la via giudiziaria qualora risulti necessario per tutelare l’onorabilità del comune e della mia amministrazione”. Conclude la nota di D’Alessandro. Oggi l’ulteriore scoperta di altri debiti per 650mila euro.
Nei giorni scorsi, inoltre il Primo Cittadino ha avuto anche un incontro con il Prefetto S.E. Emilia Zarrilli proprio sul problema del dissesto finanziario al comune di Cassino.
Inevitabili le polemiche e gli attacchi politici arrivati anche da autorevoli esponenti della maggioranza e dell’opposizione consiliare, primi fra tutti il capogruppo di FI, Rossella Chiusaroli e Giuseppe Sebastianelli sulle responsabilità della situazione.
In una nota Chiusaroli si scaglia contro il Pd e l’opposizione petrarconiana.
“Gli sterili attacchi da parte del centrosinistra ed in particolare del Pd cassinate – scrive Chiusaroli – sono solo reazioni frutto di un’immensa paura delle conseguenze che potranno derivare dalla dichiarazione del dissesto finanziario. Molti degli esponenti piddini, soprattutto i gestori della passata legislatura, temono che l’eventuale risultato dei possibili accertamenti da parte degli organi preposti possa renderli incandidabili per dieci anni”. “Per i cittadini non ci sarà nulla da temere perché garantiremo l’ordinario e sicuramente maggior servizi di quanto la passata gestione amministrativa abbia saputo fare senza, però, il vincolo del dissesto finanziario. La nostra è una scelta responsabile, ma di certo le condizioni in cui versano le casse del comune di Cassino non è di certo ascrivibile al sindaco Carlo Maria D’Alessandro e a tutti noi. Abbiamo tentato di andare avanti e di provare a salvare l’ente: non è stato possibile.
Sui quotidiani di oggi sono state scritte numerose inesattezze tra cui quella che i cittadini pagherebbero economicamente le conseguenze del possibile dissesto. Questo non è assolutamente vero perché tutti i servizi ordinari dell’ente saranno garantiti e soprattutto le imposte non aumenteranno. Per il semplice motivo che le aliquote sono già al massimo. Vincolo, tra l’altro, da noi ereditato dalla situazione di pre-dissesto architettata tra l’altro da chi diceva di aver risanato i conti del comune di Cassino. Niente di più falso. Per il bene di Cassino noi andremo avanti e siamo consapevoli che dichiarare il dissesto, in questo momento storico della città, sia la scelta giusta. Un modo per tagliare i ponti con il passato e i debiti milionari che, di certo, noi abbiamo soltanto la colpa di aver ereditato”. Ha concluso il capo gruppo di Forza Italia, Rossella Chiusaroli.
Più articolato l’intervento di Giuseppe Sebastianelli, che, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe, non risparmia critiche alla maggioranza, ma avanza soluzioni per risolvere o, quantomeno arginare, la grave crisi finanziaria. “Tutto il Consiglio comunale sia reso edotto di come stanno le cose e le conseguenze: gli amministratori devono capire che, in caso di dissesto, saranno esautorati completamente delle loro funzioni, eccetto quelle ordinarie, cioè la rappresentanza. Chiedo perciò una riflessione seria di tutti coloro che hanno un ruolo politico nella nostra città: in questo momento tutti dobbiamo esprimerci in una discussione aperta e poi avviare la verifica delle carte. Se ciò non avverrà, io voterò sicuramente contro. Scrive Sebastianelli. “Non posso rientrare in maggioranza, sebbene i rumors dicano il contrario – prosegue il consigliere – finché permangono due fattori di mancata condivisione politica. In un attimo il sindaco è passato dalla crisi di giunta risolta in tempi veloci per sostituire due soli assessori, ma con la conseguenza di aver perso due partiti che formano la coalizione, Lega e Fratelli d’Italia, alla ventilata dichiarazione di dissesto finanziario del Comune. Ritiene evidentemente che cancellare la storia di una città sia una questione da affrontare a cuor leggero e frettolosamente. Per questo, il sottoscritto, benché molte volte citato per un rientro in maggioranza, esclude ogni possibilità se permangono due fattori di non condivisione: uno di natura politica e consistente nel fatto che mancano i due partiti con i quali ci siamo presentati agli elettori nel 2016 e che governano insieme su tutto il territorio nazionale, l’altro di natura amministrativa, in quanto non si può procedere al dissesto se prima non si prova a mettere in atto tutte le misure per evitarlo, per non scrivere per sempre nella storia della nostra città la parola “fallimento”, sia per salvaguardare l’immagine di Cassino nel mondo, sia per scongiurare conseguenze economiche sui cittadini e sulla città per un lungo periodo, pari ad almeno cinque anni, sia infine per evitare la ricaduta di responsabilità sugli amministratori che lo deliberano e che rischiano l’incandidabilità per dieci anni.
Solo se il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali fossero pronti a mettere in atto tutte le procedure per evitare il dissesto, a cominciare dall’eliminazione dei dirigenti dalla pianta organica dell’amministrazione, dall’eliminazione dell’indennità di posizione e di risultato, dall’aumento delle entrate, dalla vendita del patrimonio, e attuassero una “rivoluzione amministrativa”, procedendo alla verifica dei motivi che hanno causato il dissesto, perché pare proprio che la questione debiti compaia e scompaia a seconda delle necessità della macchina amministrativa (così nel mese di marzo avevamo la copertura del debito, a luglio non ci sarebbe più), allora il sottoscritto non avrebbe nessuna esitazione a collaborare per il bene della città che va amata e difesa con il cuore e con l’impegno. Se vogliamo lavorare a fare i conti davvero, per quanto mi riguarda non ho di certo bisogno di deleghe, ma sicuramente la rivoluzione deve cominciare dal cambiamento generale: nulla come prima, altrimenti che senso ha trovare soluzioni al fianco di chi ha causato i debiti? E’ un’occasione questa per dimostrare tutti cosa significa avere stampigliato sul cuore lo stemma della città”.
Fin qui le dichiarazioni politiche, resta, comunque il fatto che la situazione si complica giorno dopo giorno e, al di là delle singole dichiarazioni degli esponenti politici di entrambi gli schieramenti, le ricadute sulla città e sui cittadini di Cassino ci saranno e non saranno indolore, basti pensare alle cartelle con gli importi della tassa comunale sui rifiuti 2018 che i cittadini stanno ricevendo in questi giorni e con aumenti considerevoli rispetto agli anni passati.