CASSINO – Il dissesto finanziario al comune di Cassino sembra ormai sempre più vicino. I funzionari del Ministero sono stati chiari: «Se non ci sono i soldi per pagare i conti allora fate il disseto. Ma prima tentate tutte le strade per evitarlo Se dovete fare il dissesto, il termine è tra il 6 ed il 7 giugno». È quanto si sono sentiti dire il sindaco D’Alessandro, l’assessore alle finanze, Schimperna e la responsabile all’Area finanziaria, Monica Tallini, nel presentare la nota riepilogativa del debito accertato, pari a 42 milioni di euro, in altri termini, il documento con cui l’Amministrazione intende dichiarare il dissesto finanziario dell’Ente di piazza De Gasperi.
Un primo interrogativo è quello di sapere se si vuole dichiararlo o meno. Il sindaco D’Alessandro ha detto che “è inevitabile”. Se dovesse arrivare le date potrebbero essere il 6 o 7 giugno prossimi, secondo il termine ordinatorio del Ministero. Date non perentorie che lascerebbero ancora margine di tempo all’Amministrazione. In una dichiarazione alla stampa, il Primo Cittadino ha detto: «Deve essere il Consiglio a dichiararlo». D’Alessandro, in buona sostanza, non vorrebbe passare come l’artefice diretto della dichiarazione di fallimento dell’Ente.
L’altro interrogativo è se vi siano ancora margini per evitare il dissesto. Sotto questo aspetto le possibili soluzioni potrebbero essere, in primo luogo, quella di proporre a tutti i creditori una transazione per ridurre il debito, poi di alienare gli immobili comunali non indispensabili, dismessi o fatiscenti. Ricorrere, inoltre, all’accertamento dell’evasione tributaria. Valutare tutte le entrate possibili da utilizzare per pagare il debito o parte di esso. Soluzioni non certo a portata di mano e facilmente percorribili. Solo in caso di risposte negative di queste misure il comune di Cassino potrà avviare la fase del dissesto che dovrà essere supportata da approfondite relazioni sulla reale situazione debitoria con delibere di giunta e del Consiglio Comunale. Delibere con relativa documentazione che dovranno essere esaminate dai tecnici ministeriali e della Corte dei Conti. Il risanamento durerebbe un quinquennio, dal 2019 al 2024.
Una strada non facile e tutta in salita per D’Alessandro & Co., come si vede, nonostante le rassicurazioni del Primo Cittadino che non vi saranno ricadute sui cittadini in termini di tasse ed aliquote già ai livelli massimi.
F. Pensabene