CASSINO – “Non riesco a comprendere quali siano gli ostacoli che impediscano alla Asl di Frosinone di mettere a regime l’istituzione del Registro dei Tumori. Dico questo perché tutto l’iter relativo a questo strumento è stato svolto ad tutte le altre aziende sanitarie della Regione Lazio. Onde per cui o ci deve essere qualche intoppo di natura burocratica o, spero di sbagliarmi, una manovra ostruzionistica da parte della dirigenza della Asl di Frosinone”. Lo ha dichiarato il consigliere comunale con delega allo Sport, Carmine Di Mambro.
“Nella fattispecie, per quanto mi riguarda, ancora non riesco a capire perché si continui a spostare il personale dell’unità funzionale che serve per lo sviluppo del registro dei tumori. In sostanza i tre medici e tre infermieri che dovrebbero lavorare a questo importante strumento vengono, invece, utilizzati per svolgere altre mansioni. L’unità funzionale, quindi, è stata istituita ma non gli si da modo di funzionare. Un atteggiamento inconcepibile, si continua a giocare sulla pelle delle persone che continuano, a loro volta, ad ammalarsi e a morire.
Dopo la grande battaglia per far approvare la legge regionale che di fatto ha istituito il registro dei tumori, questo atteggiamento della Asl risulta essere una grande beffa. Le vite delle persone non devono essere ostaggio della burocrazia o del menefreghismo di alcuni dirigenti delle Aziende Sanitarie Locali.
L’incidenza tumorale sul nostro territorio è altissima: è la prima causa di morte della provincia di Frosinone. Dati su cui però la nostra Asl non è d’accordo ed è forse questo il motivo che li spinge a fare le cose, consentitemi, con una calma molto sospetta. Ma d’altra parte quando vengono inserite figure professionali che non appartengono al territorio in posizioni apicali, come ad esempio il Commissario straordinario, Luigi Macchitella, è palese che non si conoscano le reali problematiche e le vere esigenze dei cittadini di una determina zona. Tra mi chiedo anche perché si continui ancora ad insistere sul commissariamento. La Regione Lazio dovrebbe compiere un gesto di responsabilità nei confronti dei cittadini della provincia nominando, nel minor tempo possibile, un nuovo direttore generale. Un professionista del territorio in grado di capire le priorità da mettere in campo per efficientare il servizio sanitario.
Dopo aver faticato e molto per l’istituzione del registro tumori, ad oggi ci troviamo di fronte ad un vero paradosso: è come se ci avessero regalato un automobile nuova di zecca senza motorino per l’accensione.
Avere a pieno regime uno strumento come il registro tumori consentirà di capire l’incidenza di una neoplasia in un determinato territorio, ma anche le possibili cause e quindi avere la possibilità di mettere in campo azioni di prevenzione e indirizzare al meglio i programmi di screening verso alcune forme oncologiche che possono risultare prevalenti. Inoltre, possono essere individuate le zone a rischio per l’ambiente e la salute dei cittadini a causa della presenza di fattori ambientali inquinanti.
E’ palese che lo stato di cose sulla definizione del registro tumori in questa provincia è disarmante. Personalmente mi sento preso in giro come del resto tutti i cittadini di questo territorio”.