CASSINO – Tre ex collaboratrici a contratto dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale hanno fatto ricorso al Giudice del lavoro di Cassino, in tre distinte cause contro l’Ateneo, lamentando la violazione della normativa sui contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Le tre donne chiedevano al Giudice del Lavoro di accertare la sussistenza, fra le parti, di un rapporto di lavoro subordinato rivendicando differenze retributive per oltre 100mila euro, oltre al riconoscimento del trattamento contributivo e previdenziale maturato nel corso del rapporto di lavoro e il risarcimento dei danni per lesione della professionalità, immagine e perdita di chance.
Gli avvocati Sandro Salera e Paola Alfei, difensori dell’Ateneo di Cassino hanno dimostrato l’infondatezza delle pretese delle ex collaboratrici, sostenendo in parte la tesi della inammissibilità delle avverse domande per violazione del principio “ne bis in idem”, trattandosi di domande già promosse in precedenti giudizi che avevano già visto vincitore lo stesso Ateneo difeso dall’avv. Salera.
Per la restante parte delle domande è stata dimostrata da difensori, avvocati Salera e Alfei, la assoluta infondatezza, dal momento che i rapporti intercorsi fra le parti, nel corso degli anni, si sono sempre svolti nel pieno rispetto della normativa vigente e, che le prestazioni delle lavoratrici, erano correttamente esigibili dall’Università.
Il Giudice accogliendo integralmente le difese degli avvocati Salera e Alfei, ha rigettato tutte le domande delle ricorrenti condannandole, altresì, al pagamento delle spese processuali.