ATTUALITÀ – Sostenere il lavoro, sostenendo le partite IVA. Arriva da Mara Carfagna, deputata di Forza Italia e vicepresidente della Camera, una proposta di legge finalizzata ad aiutare lavori autonomi e professionisti. Come? Innalzando il limite per accedere al regime contributivo dei minimi da 30 a 50 mila euro.
Una proposta per far ripartire il lavoro
L’economia e la ripresa del Paese deve andare di pari pass con la ripresa del lavoro. E’ da questo assunto che prende forma la proposta di legge avanzata, nei giorni scorsi, dalla vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, Mara Carfagna. Aiutare e sostenere i lavoratori a partita Iva innalzando il regime dei minimi. Non più, quindi, tassazione al 15 per cento per i redditi fino a 30 mila euro ma una soglia più alta, fino a 50 mila euro. Con una fascia di uscita graduale per i successivi 5 mila euro.
Le ragioni in un post
E’ in un lungo post sulla propria pagina Facebook che Mara Carfagna spiega le ragioni di questo intervento: “L’Italia riparte se riparte il lavoro, soprattutto quello dei giovani e in particolare di chi è imprenditore di se stesso. Per questo abbiamo presentato una proposta di legge per innalzare il tetto del regime forfettario agevolato al 15 per cento (il cosiddetto ‘regime dei minimi’), previsto per i professionisti e le altre tipologie di partite Iva. Oggi questo limite è 30 mila euro annui: elevarlo fino a 50 mila euro, con una fascia di uscita graduale sino a 55 mila euro, sarebbe un’autentica iniezione di libertà dal peso eccessivo del fisco per centinaia di migliaia di professionisti, prevalentemente giovani. Stiamo parlando di un esercito di 600mila persone, non garantite da contratti o da tutele, free lance e creatori del proprio lavoro. L’attuale limite a 30mila euro è un’agevolazione utile, ma finisce per intrappolare molti di loro sotto quella soglia: se guadagni anche solo un euro in più, perdi il beneficio e paghi Irpef e Iva ordinarie. Per questo, innalzare il limite a 50 mila per la tassazione al 15 per cento e prevedere poi un phasing-out al 24 per cento per i successivi 5 mila euro di fatturato favorirebbe la crescita dimensionale, scoraggerebbe il sommerso e – conclude Carfagna – semplificherebbe gli adempimenti burocratici-fiscali per una fascia più ampia di lavoratori autonomi”.
Il regime forfettario
Ma cosa prevede il regime in questione? Una spiegazione esaustiva è quella offerta dalla guida sul regime forfettario per professionisti di Fatture in Cloud. Un pratico manuale che spiega nel dettaglio tutto quello che c’è da sapere sul regime agevolato per i professionisti.
Le partite iva guadagnano di più nel 2016
Intanto, recenti dati rilasciati dal Ministero dell’Economia, relativi alle dichiarazioni Iva, raccontano una storia positiva che vede professionisti e autonomi tornare a guadagnare più dell’anno precedente. Certo, le somme sono ancora lontane da quelle pre-crisi ma il dato complessivo fa segnare un sorpasso sul 2011, per la prima volta da anni. I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2016 sono state circa 4,9 milioni. Il dato è in leggera flessione rispetto all’anno precedente proprio perché è cresciuto il numero di persone che hanno optato per il regime forfettario che ha già visto ampliare le somme d’accesso con la Legge di Bilancio del 2016. Il calo anno su anno è pari al 4,5 per cento. Chi guadagna di più tra le partite iva italiane? Secondo le dichiarazioni dei redditi 2017 sono senza dubbio i professionisti, con un reddito doppio rispetto a quello dei commercianti. Chiudono la classifica dei redditi pescatori, ceramisti e mercerie con meno di 10mila euro.