Ex ospedale di Anagni sulla via della vendita? Snami: Se fosse, reinvestire sul territorio
13 Settembre 2018ANAGNI – “Lo SNAMI, sindacato di medici, in merito le problematiche sanitarie del nord della provincia di Frosinone, ritiene che la vicenda dell’ex ospedale di Anagni, alla luce della proposta di legge regionale n. 55 del 19.07.18 ha assunto i suoi contorni completi”.
Lo si legge in una nota di Giovambattista Martino responsabile della comunicazione dello Snami Sindacato Medici.
“Essendo il fabbricato dell’ex ospedale di Anagni in proprietà a SANIM, società immobiliare della regione Lazio, società che non lo può vendere, ma solo concedere in locazione alla ASL, era preclusa a monte la possibilità di alienazione dell’immobile. Con la proposta legge regionale n. 55, che liquida la SANIM e fa traspondere l’immobile in capo alla ASL, rispetto all’uso in locazione che aveva prima, la ASL ha così in più la possibilità di alienarlo a titolo oneroso, cioè di venderlo sul mercato. Ovviamente la cosa può essere fattibile se, oltre a togliere l’immobile dalla gestione SANIM, venga inoltre superato il vincolo di pubblica utilità di un presidio sanitario: solo quando le attività sono cessate o quasi è effettivamente possibile procedere all’alienazione. Lo scenario non ci sembra affatto fantasioso, basta leggere la stessa relazione alla proposta legge n. 55 , dove espressamente viene chiarito che tale legge viene ideata “…anche al fine di consentire la realizzazione di politiche di patrimonializzazioni e valorizzazioni ad oggi precluse…”. Ci sembra che il discorso della regione sia fin troppo esplicito: l’edificio può essere messo in vendita per fare cassa, cosa che oggi con la SANIM non è permessa. Ciò spiegato, riteniamo che opporsi a tutto questo, dato il chiaro, evidente stato di avanzamento della questione, ci sembra ormai una mera battaglia di retroguardia, che semmai aveva un senso affrontare tempo fa, alle prime avvisaglie evidenti che qualcosa di particolare si stava muovendo, come dallo SNAMI messo in evidenza nell’ottobre 2017. Riteniamo con pragmatica amarezza allora che, così stando oggettivamente le cose, sia infruttuoso cimentarsi in avventure inebrianti ma sterili: l’unica via seria e concreta che i referenti politici del territorio interessato dovrebbero percorrere è quella di ottenere il vincolo di destinazione delle somme ricavate dalla vendita: l’importo ricavato deve essere reinvestito sul medesimo territorio da cui viene alienato l’immobile, e finalizzato a costruire in loco una nuova struttura ospedaliera effettiva, anche come stabilimento complementare di altro polo ospedaliero, in modo che, come impegno minimo, l’area dell’emergenza sia garantita nella sostanza e non nella pura apparenza.