Caporalato a Terracina, arrestati due fratelli
18 Ottobre 2018TERRACINA – Due fratelli di Terracina sono stati arrestati dagli agenti della questura di Latina e da quel del locale commissariato perchè accusati del reato di caporalato. Agli arresti domiciliari su ordine del Gip del tribunale di Latina sono finiti F.F. di 43 anni e A. F. di 47 anni L’indagine ha preso avvio intorno alla metà di maggio 2018 nell’ambito del progetto “EMPACT THB. Traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento del lavoro. Action Week 14 – 19 maggio 2018” coordinato dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, finalizzato a contrastare le associazioni per delinquere dedite al traffico di esseri umani, con particolare riferimento allo sfruttamento del lavoro.
Il complesso delle informazioni acquisite nel corso del controllo ispettivo all’Azienda Agricola dei due arrestati, è stato funzionale all’avvio di specifica attività investigativa. Il 16 maggio u.s., infatti, personale del commissariato ha proceduto ad un accesso presso alcuni campi coltivati a cielo aperto ed in serra, ubicati in via II° Macchia di Piano in località Borgo Hermada, riconducibili ai due fratelli , ove erano presenti 7 braccianti agricoli, tra cui un irregolare sul territorio nazionale. Nella circostanza si accertavano le condizione di sfruttamento lavorativo sia per ciò che attiene l’aspetto della manodopera clandestina, sia per quanto riguarda i lavoratori assunti con contratto a tempo determinato, stante la reiterata condotta, tipica del reato in esame, desumibile dagli indici rilevatori: la sistematica retribuzione dei lavoratori in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o comunque sproporzionata rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato; la sistematica violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie; la sussistenza di violazioni della normativa in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, tale da esporre il lavoratore a pericolo per la salute, la sicurezza o l’incolumità personale; la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, metodi di sorveglianza, o a situazioni alloggiative particolarmente degradanti, con l’aggravante specifica: il numero di lavoratori reclutati sia superiore a tre; l’aver commesso il fatto esponendo i lavoratori a situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.
Gli ulteriori approfondimenti nell’ambito del contesto segnalato, hanno determinato la competente Autorità giudiziaria, che ha concordato con la tesi investigativa, a richiedere l’emissione dei citati provvedimenti restrittivi.