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Gaeta, corruzione e abuso d’ufficio per concessioni edilizie irregolari sulla spiaggia di Serapo: 11 indagati

GAETA – Undici avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati dalla guardia di Finanza di Formia su delega della procura della repubblica di Cassino ad altrettante persone, tra i quali alcuni impiegati dell’ufficio tecnico del comune di Gaeta, che, a vario titolo ed in concorso tra loro, nell’arco temporale 2011-2015, si sono resi responsabili di distinti episodi di corruzione (arti. 319. e 321 c.p.), -abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), falsità ideologica (art. 481 c.p.), danneggiamento (art. 635 c.p.) e di altre condotte illecite previste dalle norme del testo unico in materia edilizia (d.p.r. 380/01), dando origine ad un consolidato “sistema” corruttivo teso ad agevolare il rilascio di autorizzazioni varie in campo edilizio.
La vicenda trova la sua genesi nel sequestro operato dai carabinieri di Gaeta di un cantiere, situato in zona capo di Serapo, destinato alla realizzazione di un complesso residenziale di circa venti appartamenti; complesso immobiliare che, seppur regolarmente autorizzato, presentava irregolarità strutturali, paesaggistiche ed ambientali che funzionari comunali infedeli avevano occultato e che il vaglio degli investigatori aveva portato alla luce. Le indagini susseguenti a quel sequestro, delegate alla p.g. del gruppo di Formia della guardia di finanza, hanno consentito di disvelare tutta una serie di reati contro la pubblica amministrazione che, a fattor comune, vedevano nella figura di un geometra dell’ufficio tecnico del comune di Gaeta il principale attore.
L’uomo, sfruttando la sua veste di pubblico ufficiale curava direttamente il procacciamento dei clienti (privati ed imprenditori) interessati ad istruire pratiche edilizie di vario genere. veicolandoli verso professionisti compiacenti (geometri, architetti ed ingegneri operanti tutti all’interno di uno stesso studio tecnico) che solo formalmente firmavano i progetti. Il funzionario, poi, si impegnava ad agevolare l’istruttoria di quelle pratiche e provvedeva a spartirsi con i professionisti formalmente incaricati il compenso di quanto corrisposto dai clienti.
I successivi approfondimenti, svolti anche attraverso l’effettuazione di indagini tecniche e di perquisizioni (presso l’abitazione degli indagati, gli studi tecnici e gli uffici comunali), hanno consentito di rilevare e dettagliatamente analizzare tutti le richieste ed i permessi a costruire che hanno permesso di disvelare l’illecito modus operandi. Di fronte a quanto raccolto dalle indagini la procura aveva chiesto le misure cautelari per i principali indagati ma il Gip, pur condividendo l’impianto accusatorio e i gravi indizi di colpevolezza ha rigettato la richiesta non ravvisando l’attualità delle misure. La procura, però, ha fatto appello.

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