NETTUNO – E’ stato violentato con un bastone dagli esattori dell’usuraio a cui non aveva restituito parte dei 1400 euro prestati. La vicenda iniziata nel dicembre 2016 a Nettuno con l’arresto di 4 persone accusate inizialmente di sequestro di persona estorsione e lesioni, ieri mattina in tribunale a Velletri ha visto la drammatica deposizione della vittima, un 43enne di Roma il quale ha raccontato che nel corso dei quattro giorni durante i quali è stato sotto sequestro, avrebbe subito oltre a pestaggi continui, anche violenze sessuali in modo brutale e sadico. Ha raccontato al presidente del tribunale collegiale, cosa era stato costretto a subire per non aver reso parte dei 1.400 euro avuti in prestito nel maggio 2016 da un uomo di Nettuno. Il 43enne ha raccontato come, dopo non aver pagato le rate (150 euro a settimana per 3 mesi, cioè 2100 euro) è stato costretto a firmare cid addossandosi la colpa di incidenti stradali mai avvenuti. Tre mesi dopo, sotto la minaccia di una pistola è stato portato dal fratello dell’usuraio e da altri due uomini nel magazzino del bar di Nettuno dove gli avevano dato i soldi e lì sarebbe rimasto legato per quattro giorni. “Mi hanno fatto di tutto – ha detto assistito dal suo avvocato Massimiliano Pica del foro di Velletri – Oltre alle botte mi hanno fatto bere ‘piscio’”. Termini crudi, impossibili da rendere accettabili, in particolare quando ha dovuto descrivere la scena della violenza sessuale subita subita con un oggetto, forse un bastone, forse uno sfollagente, fatta da due dei suoi carcerieri.
Dopo averlo pestato, infatti, con il naso rotto e gli arti duramente colpiti a bastonate, mentre uno lo reggeva l’altro lo violentava per scambiarsi poi i ruoli più volte. Il racconto dettagliato e drammatico si è concluso con la fuga della vittima attraverso una finestra per poi denunciare tutto ai carabinieri di Anzio. Nel corso delle indagini svolte dai militari per verificare il racconto, si sono moltiplicate anche le minacce di morte ricevute dai suoi carcerieri, rivolte alla vittima e ai suoi parenti, che gli intimavano di restituire la somma di danaro. Ascoltata anche la madre della vittima che ha confermato la versione del figlio in merito alle minacce. L’udienza poi è stata aggiornata al primo aprile calendarizzando così l’escussione di teste e consulenti della difesa.
Ermanno Amedei