Va in vendita in questi giorni a New York un quadro di artista tedesco dipinto a Parigi nel 1888. Ci si trova in uno dei luoghi più caratteristici e famosi della città e cioè lungo la Senna dove da sempre, affilate sul parapetto, si trovano le bancarelle dei cosiddetti bouquinistes cioè dei venditori ambulanti di libri e stampe antichi, uno spettacolo tipico di Parigi, risalente a secoli addietro. Si ricordi che l’amore dei parigini, e non solo, per i libri e la lettura si è tradotto nella presenza nella città di una quantità inaudita ed unica di librerie di ogni tipo e grandezza che hanno sempre contribuito al fascino particolare di Parigi: oggi la situazione sta mutando e al posto delle antiche librerie sorgono caffè e ristoranti o mutanderie. E qui sul Lungosenna si trova anche l’italiano emigrato, venditore di statuine col figlio, che offre la sua mercanzia. Trattasi di una prova documentaria di un certo significato in quanto la umanità della emigrazione, quella della povera gente, in verità non ha mai rappresentato un motivo di particolare attenzione: in effetti la miseria non ha storia: essa è identica dovunque e allora la si accetta come una realtà della esistenza, senza notarla, come l’aria, l’acqua, la luce…..Ecco la ragione per cui abbiamo parlato di un documento di alta suggestione e rarità.
Gli anni attorno al 1870 e a seguire sono quelli della gigantesca diaspora di Italiani in Francia dal Piemonte e dalla Lombardia e dalla Campania soprattutto: si rammenti però che i pionieri ne furono i ciociari della Valcomino presenti a Parigi già alla fine del 1700 e inizi del 1800. In effetti le cosiddette guerre di indipendenza e la unificazione d’Italia ebbero come micidiale e fatale esito, fame e miseria e quindi la necessità della ricerca del sostentamento: si aprì la via dell’ espatrio forzato. Grandi masse di piemontesi e di lombardi e di napoletani e anche di toscani e romagnoli si riversarono in regioni particolari della Francia: nel Delfinato, nella Savoia, nelle saline alle Bocche del Rodano: i napoletani rimasero nel loro elemento, il mare, e si convogliarono in gran parte a Marsiglia. Alla fine del secolo si censirono quasi duecentomila Italiani, solamente in Francia!
Abbiamo già in più occasioni descritto e ricordato gli Italiani in Francia con particolare riguardo alla piccola nicchia rappresentata dai ciociari e in merito consigliamo sempre la lettura di “ORGOGLIO CIOCIARO/CIOCIARIA PRIDE” a chi ama approfondire.
Una delle occupazioni degli emigranti ciociari a Parigi e anche a Londra, era la vendita ambulante, per le strade, delle sculturine in gesso di santi madonne e personaggi vari. Ricercatori della disciplina hanno concordato che tutti i venditori di statuine di gesso originavano in prevalenza dalla Toscana e in particolare dalla Lucchesia come, per analogia, gli spazzacamini erano in gran parte bambini e ragazzi piemontesi, come i suonatori girovaghi e i modelli erano essenzialmente ciociari della Valcomino.
Michele Santulli