ANAGNI – Un campo di mais completamente devastato dalle scorribande dei cinghiali, danni da decine di migliaia di euro che si sommano a quelli già subiti nelle precedenti settimane. È quanto accade in località Centocelle di Anagni, area verde a ridosso dell’A1, dove l’azienda di Alfredo Viti subisce, come tante altre in quella zona, gli assalti dei cinghiali che stanno mandando in fumo tutto il lavoro di un intero anno.
L’azienda, attraverso Un campo di mais completamente devastato dalle scorribande dei cinghiali, danni da decine di migliaia di euro che si sommano a quelli già subiti nelle precedenti settimane. È quanto accade in località Centocelle di Anagni, area verde a ridosso dell’A1, dove l’azienda di Alfredo Viti subisce, come tante altre in quella zona, gli assalti dei cinghiali che stanno mandando in fumo tutto il lavoro di un intero anno. L’azienda, attraverso la Copagri Frosinone-Latina, ha inoltrato richiesta per il rimborso dei danni subiti ma certamente ciò non può bastare: “Occorre intervenire subito – sottolinea il presidente Copagri Fabrizio Neglia – aprendo immediatamente la caccia al cinghiale con abbattimento, per ridurre in maniera drastica il loro numero sul territorio. Non c’è più tempo da perdere perché giornalmente si sommano i danni che stanno mettendo in ginocchio le nostre attività agricole. Sarebbe già troppo tardi aprire la caccia ad ottobre, figuriamoci a novembre quando i cinghiali si saranno già ritirati nei boschi e non sarà più il tempo per le colture di mais. Si tratta di un’emergenza vera e propria che – conclude Neglia – va affrontata con determinazione e coraggio, quello fino ad ora mancato alle nostre istituzioni”., ha inoltrato richiesta per il rimborso dei danni subiti ma certamente ciò non può bastare: “Occorre intervenire subito – sottolinea il presidente Copagri Fabrizio Neglia – aprendo immediatamente la caccia al cinghiale con abbattimento, per ridurre in maniera drastica il loro numero sul territorio.
Non c’è più tempo da perdere perché giornalmente si sommano i danni che stanno mettendo in ginocchio le nostre attività agricole. Sarebbe già troppo tardi aprire la caccia ad ottobre, figuriamoci a novembre quando i cinghiali si saranno già ritirati nei boschi e non sarà più il tempo per le colture di mais. Si tratta di un’emergenza vera e propria che – conclude Neglia – va affrontata con determinazione e coraggio, quello fino ad ora mancato alle nostre istituzioni”.