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Il Monumento diventa palcoscenico, anche noi chiediamo scusa ai Caduti di Cassino

CASSINO – Mentre scorre questa notte di festa patronale accade a Cassino il solito e mediocre evento.

Una porzione di aiuola, parte fondamentale del Monumento ai Caduti di Cassino, è stata trasformata in palcoscenico per un gruppo che offre covers di canzoni italiane.

In tale cronaca non vi è, da parte di chi scrive, alcun intento di limitare la libertà di un bar che offre musica e socialità; non vi è alcun intento di additare il gruppo ed i propri musici e musicisti. Chi scrive non sa se esiste un comitato o gruppo organizzatore ma non può esimersi, il sottoscritto, dallo specificare che esiste un limite fisico e morale tra il presente ed il passato. Esiste un ciglio in pietra, un limite statico, che ci suggerisce di portare rispetto.

Il monumento non è uno spartitraffico o una aiuola. Il Monumento ai Caduti è il memoriale ove una comunità dovrebbe rispecchiarsi e reiterare le proprie tragiche origini. Ma non è stato, questa sera, così.

Mi si dirà che ho travisato le buone intenzioni, che in una città dove non si fa niente calpestare una aiuola per fare musica non è niente o forse è cosa da poco. Mi si dirà, forse, tra le righe di poter lasciar andare e far finta di nulla. Oppure, memore di altri miei pensieri natalizi, di essere un solingo e pedante intellettuale che non vive la città e offende le buone intenzioni di privati e probi viri. Ma non ci sto, anche in tal caso, a lasciar andare e aspettare che tale faccenda possa passare in cavalleria.

Chiedo io in prima istanza scusa a tutti i Caduti per tale vilipendio e oltraggio. Chiedo inoltre alla Città di farlo con me. E spero, sinceramente spero che chiunque possa in futuro fare di tutto perché ciò non accada. Un così piccolo vuoto di memoria oggi può esser troppo pericoloso.

Dante Sacco 

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