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Alfa Romeo calo delle vendite del 45%, 2000 i posti a rischio. Aziende dell’indotto esauriti ammortizzatori sociali

PIEDIMONTE S. GERMANO – Situazione drammatica quella che si prospetta per i lavoratori dell’Alfa Romeo di Piedimonte San Germano. Le cifre parlano chiaro e le conseguenze si riflettono anche sull’indotto. L’Alfa ha perso il 45% delle immatricolazioni da gennaio ad agosto di quest’anno. Forte è la preoccupazione dei sindacati, ma soprattutto dei lavoratori. Sarebbero centinaia le aziende in crisi e migliaia di posti di lavoro a rischio. La continua cassa integrazione di Fca dovuta al calo delle vendite sta facendo sentire i suoi effetti immediati sull’indotto, che ha ormai quasi esaurito gli ammortizzatori sociali. La Fiom-Cgil, riunita a Cassino con i vertici degli altri sindacati del settore, ha chiesto alla Regione di fare presto per intervenire.
L’Alfa Romeo ha subito un calo del 45% nel numero delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sul mercato europeo ha venduto un totale di 37.206 unità facendo registrare un netto calo rispetto alle oltre 67.000 nello stesso periodo del 2018. Il calo delle vendite è dovuto al cattivo andamento dei tre veicoli prodotti a Cassino, con un ricorso alla cassa integrazione, nei primi nove mesi dell’anno, di ben 85 giorni.
Nei primi mesi dell’anno del Suv Stelvio sono state immatricolare 14.291 vetture in Europa con un calo del 16,6% rispetto allo scorso anno. Ancor più serio il calo di vendite per la Giulia: ha venduto un totale di 5.979 unità registrando una flessione delle immatricolazioni pari al 42%. Dal canto suo la Giulietta, non va certo meglio immatricolando i Europa solo 9.108 vetture, con un calo anche per la berlina compatta del 45,4% per cento rispetto al primo semestre del 2018.
Fin qui i numeri sulla vendita delle auto del gruppo FCA, Alfa Romeo, ma la preoccupazione dei sindacati è soprattutto per la perdita considerevole che questo andamento comporta nei confronti di tutti l’indotto collegato allo stabilimento di Piedimonte San Germano e alla possibile perdita di circa duemila posti di lavoro. Ora si attendono risposte concrete ed immediate dal nuovo Esecutivo, che ha posto l’occupazione ai primi posti della sua agenda politica.

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