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Da cammino di San Benedetto a linea Gustav, geoevento a Villa Santa Lucia

VILLA SANTA LUCIA – “Acqua, calcare e territorio. Per fortuna c’è lentezza”. Si chiama così l’iniziativa organizzata a Villa Santa Lucia domenica 20 ottobre in occasione della 7° edizione della Settimana della Terra.

L’evento si svolgerà sul Colle Sant’Angelo (Comune di Villa Santa Lucia-Fr) a circa 400 m s.l.m., non molto lontano dal Convento Madonna delle Grazie, sul cammino della spiritualità Cammino di San Benedetto che conduce al Monastero di Montecassino in chiara dominanza sulla Valle Latina. Sono presenti rovine di un santuario romano di età repubblicana edificato nel II secolo a.C. Il sito si trova alle spalle di Montecassino sulla direttrice viaria che conduceva all’acropoli di Casinum. Il geoevento intende ripercorrere il Cammino di San Benedetto nel tratto che conduce al Santuario e riscoprire i luoghi in cui monaci e pellegrini passavano per recarsi a Montecassino. Gli stessi luoghi sono stati un baluardo fondamentale durante le ultime fasi della Seconda Guerra Mondiale. Le azioni belliche nell’area portarono alla liberazione di Montecassino grazie all’esercito Polacco che nel Maggio del 1944 lanciò l’offensiva verso il monte occupato dai tedeschi.
PROGRAMMA
Nell’intera giornata, dalle ore 9 al tramonto, è prevista la partenza dal piazzale antistante il Convento Madonna delle Grazie, per poi percorrere il Cammino di San Benedetto per circa 2 km. Giunti sul geosito è prevista una visita guidata per vedere i resti del complesso monumentale. L’evento terminerà con una degustazione enogastronomica.

COMITATO TECNICO SCIENTIFICO:
Progetto Summa Ocre, Cooperativa Domenica Beni Culturali, Associazione Linea Gustav
Il Santuario Repubblicano di Fortuna.
A cura di Domenica s.c.s Beni Culturali
Del complesso monastico di Sant’Angelo in Fortunula si hanno notizie certe a partire dal tardo XII secolo, mentre una prima menzione di resti antichi viene fatta dal negli anni ’40 del XX secolo. Il complesso santuariale si articola all’interno di un vasto recinto in opera pseudo poligonale. La porta dello stesso recinto, con blocchi isodomi, sembra essere testimonianza di un intervento successivo di restauro all’interno del recinto. Ciò che si impone in modo decisivo è il terrazzamento con paramento in opera incerta che contiene una grossa cisterna per l’acqua da ricondurre alla committenza di Quinto Eleio, questore di Casinum nel II secolo a.C.. Questa ha avuto un a continuità d’uso ininterrotta anche dopo la costruzione della superiore chiesa del monastero di S. Michele Arcangelo. Il grande terrazzamento si compone di due fasi distinte; una composto da blocchi squadrati e/o poligonali di modeste dimensioni disposti in modo regolare a paramento dell’opera cementizia che si addossa ad una fase precedente dove l’opera incerta si fa più continua e regolare verso monte. Sulla spianata di questo, dove ancora emerge una singola unità muraria del complesso cristiano (altri muri riferibili al monastero si addossano ortogonalmente ai piedi della sostruzione), si alza un podio in calcestruzzo rivestito in opera incerta limitato da una cisterna di modeste dimensioni. La posizione all’interno della spianata e la continuità d’uso prettamente cultuale andrebbero a favorire l’ipotesi di una base di cella all’interno di un centro di culto. Il sito presenta all’interno del recinto grossi muri di contenimento in opera incerta, ben individuabili nella letture delle curve di livello del versante collinare; alcuni muri sono abbastanza alti da rendere frequentabile e coltivabile vaste zone altrimenti inservibili, mentre è notevole l’intento di bonifica in antico delle cave da cui fu estratto il calcare delle fabbriche, mediante la foderatura in opera incerta delle stesse pareti di roccia delle cave non più in uso. La località in questione, ben collegata sin dall’antichità da una viabilità pedemontana, cui si raccorda una minore di versante, era ben raggiungibile dalla piana proiettandosi sulla via Latina afferente le romane Aquinum, Casinum e Interamna Lirenas

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