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Raffica di rapine con tentato omicidio, tre arresti a Palestrina

PALESTRINA – Tre persone sono state arrestate dai carabinieri di Palestrina per rapine e tentato omicidio. Sono stati gli stessi Carabinieri della Compagnia di Palestrina ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Tivoli, Mario Parisi, nei confronti di C.A., P.A. e S.M. per tentata rapina, rapina, tentato omicidio, detenzione e porto di arma.

Tutta l,’indagine è stata cordinata dalla Procura di Tivoli diretta da Francesco Menditto.

I fatti risalgono allo scorso 11 settembre, quando nelle prime ore della mattinata, in stretta successione, si verificavano tre episodi di rapina a mano armata nei confronti di tre distinti esercizi commerciali, il bar “Romano” in via Casilina a Roma, il bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (RM) e la Sala Slot “Belvedere” in via Maremmana a San Cesareo (RM).

La ricostruzione degli eventi a seguito della minuziosa e tempestiva attività d’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Palestrina, sotto la direzione del P.M. di turno della Procura di Tivoli, ha consentito di documentare nel dettaglio quanto accaduto.

La prima tentata rapina è stata messa a segno presso il bar “Romano” in via Casilina a Roma. Nonostante l’esplosione di un colpo d’arma da fuoco a scopo intimidatorio da parte di uno dei rapinatori, a causa della resistenza opposta da un impiegato e della difficoltà di accesso alla cassa, la rapina non è riuscita.

Poco dopo i tre indagati consumavano una rapina lungo la via Casilina, presso il bar “Area 51” in via Proust a San Cesareo (RM) ove, riscontrata l’assenza di denaro all’interno della cassa, uno di loro, previa minaccia della pistola si faceva consegnare il denaro prelevato dal portafogli personale di un impiegato.

In seguito i tre si recavano presso la poco distante Sala Slot “Belvedere”, in via Maremmana a San Cesareo (RM) ove, come documentato anche dall’impianto di videosorveglianza, uno di loro, con il volto travisato da una sciarpa e con la pistola in pugno, si introduceva all’interno dell’esercizio commerciale minacciando il cassiere per farsi consegnare il denaro contenuto nella cassa. Un impiegato addetto alla sicurezza, nel tentativo di sventare la rapina in corso, colpiva con uno sgabello il rapinatore che esplodeva due colpi d’arma da fuoco al suo indirizzo attingendolo all’inguine. Il rapinatore, impossessatosi di 2500 euro, è scappato dal locale e ad attenderlo, a bordo di un’autovettura, vi erano i suoi due complici unitamente ai quali si dava alla fuga facendo perdere le proprie tracce.

Nel corso dell’operazione, durante una perquisizione domiciliare, i Carabinieri hanno rinvenuto presso l’abitazione di uno degli arrestati (S.M.) una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, compatibile per calibro e tipologia con l’arma utilizzata nelle azioni delittuose.

Il Gip del Tribunale di Tivoli, che ha provveduto sulla richiesta della Procura con grandissima celerità, sottolinea che “il quadro indiziario a carico degli indagati è solidissimo  …articolato sulla scorta di un bagaglio investigativo che ha rapidamente assunto tratti di indiscutibile e stringente attitudine probatoria e incriminante”.

Aggiunge il gip “la pervicace spregiudicatezza operativa… la disponibilità di armi e l’inclinazione a farne disinvolto impiego contro le persone, l’abitudine all’assunzione di alcool e di droghe… strutturano un contesto in cui campeggia e spicca l’accentuata pericolosità degli indagati. Costoro sono ben disposti all’aggressione e all’uso di armi pur di soddisfare il loro contingente bisogno economico…”

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