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L’imprenditore Faroni sotto ricatto, denuncia e fa arrestare maresciallo, sindacalista e commercialista

Roma – Un maresciallo dei carabinieri, un sindacalista e un commercialista sono stati arrestati ieri mattina in esecuzione di una ordinanza di misura cautelare firmata da Gip Marzano su richiesta del procuratore Spinelli.

Le indagini sono relative ad una estorsione messa in atto dal militare, aiutato dal sindacalista, per convincere l’imprenditore Christian Faroni, titolare di alcune cliniche convenzionate con il sistema sanitario regionale del Lazio tra cui la Città bianca di Veroli, all’assunzione presso il gruppo Ini, del commercialista con un contratto annuale da circa 250 mila euro.

La leva usata dei tre aveva diverse sfaccettature, tutte emerse ieri mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Procura aa Roma dal Procuratore Ielo. Il maresciallo, intanto, venuto a conoscenza che Faroni, proprietario delle cliniche, era coinvolto in una indagine della procura, gli aveva assicurato di essere in grado di indirizzarla in maniera favorevole l’indagine stessa. Per mostrare vero il suo ascendente sulla Procura, gli aveva mostrato degli atti secretati, e per questo risponde anche, oltre che di tentata induzione indebita e corruzione, di violazione di segreto d’ufficio. Il sindacalista, invece, per convincere l’imprenditore alla stessa assunzione, aveva mostrato amicizie influenti, sia in ambiente criminale, mostrandosi con un pregiudicato che sosteneva sapesse cosa fare se fosse stato arrestato; sia politiche dato che aveva sostenuto che, in caso di rifiuto, avrebbe fatto si che il consigliere regionale Barillari, si fosse impegnato affinchè le cliniche dell’imprenditore fossero commissariate. Tutti elementi ricostruiti nel corso della conferenza stampa odierna.

Tutta l’indagine svolta dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, nate in seguito alla denuncia in procura presentata da Faroni, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche. Al vaglio degli investigatori ci sono le posizioni di entrambe le figure, sia quella del politico che quella del pregiudicato. Gli investigatori devono accertare quanto loro fossero a conoscenza di essere usati come mezzo di “convincimento”. Alla domanda se Barillari e il pregiudicato siano indagati, il procuratore Ielo non ha risposto.

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