Poliziotti da tutto il mondo alla scuola dei carabinieri di Velletri, l’Isti eccellenza dell’Arma
5 Gennaio 2020Velletri – Non solo formazione professionale, ma anche costruire rapporti umani tra investigatori di diverse nazionalità, per rendere più efficace la lotta al crimine quando esso assume un livello internazionale. E’ questo ciò che fa l’Isti, l’Istituto superiore di tecniche investigative dei carabinieri che, dalla sua sede di Velletri, si apre alla formazione di tantissime polizie straniere.
A seguire le lezioni dei carabinieri nelle aule e nei laboratori all’interno della scuola marescialli della cittadina dei Castelli, sono arrivati quest’anno poliziotti da 8 diversi Paesi: Albania, Serbia, Macedonia, Bosnia, Montenegro, Francia, Uganda e Qatar. Poliziotti di Paesi con culture diverse, si ritrovano nelle stesse aule per specializzarsi insieme a contrastare un nemico comune, quello della criminalità. In un caso, quello degli Emirati Arabi, sono stati gli istruttori dell’Arma a recarsi ad Abu Dhabi per impartire lezioni sul repertamento di polizia scientifica.
“Sono state lezioni, queste – dichiara Vincenzo Molinese, comandante dell’Isti di Velletri – che abbiamo preferito fare in loco anche per permettere loro di acquisire nozioni sperimentandole con gli strumenti di cui dispongono”. Una eccellenza, quella della scuola degli investigatori dei carabinieri, che l’Italia mette a disposizione delle polizie di tutto il mondo. Sono stati 400 i corsi realizzati dalla sua istituzione avvenuta nel 2008 e ha visto coinvolti gli agenti di polizia di 82 nazioni rispondendo ad esigenze prospettate direttamente all’Arma o tramite organizzazioni internazionali come Onu, Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), Olaf (l’ufficio europeo per la lotta antifrode) e Maeci (ministero degli affari Esteri e della cooperazione internazionale). “In queste aule si creano quei canali – aggiunge Molinese -, e rapporti umani, che favoriscono collaborazione informale tra investigatori oltre frontiera che sono alla base dell’efficacia degli ordinari canali di cooperazione internazionali di polizia”.
Nel mese di luglio, a Velletri, si è concluso un corso indicato dall’Osce che ha visto partecipare poliziotti di Albania, Macedonia, Serbia, Montenegro e Bosnia che hanno perfezionato le loro tecniche investigative sul contrasto, a livello internazionale, alla criminalità organizzata, all’aggressione dei patrimoni illeciti, al cyber crime, alla tratta degli esseri umani, e al traffico di droga e armi. Stesse tematiche sono state affrontate nel corso che si è tenuto nel mese di ottobre ad un gruppo di ufficiali della gendarmeria francese.
“Oltre al valore degli investigatori italiani riconosciuto a livello internazionale, i quali si avvalgono però anche di una legislazione all’avanguardia in fatto di contrasto alla malavita organizzata, facciamo in modo di creare anche quelle join venture tra investigatori di Stati diversi”. Il colonnello Molinese spiega: “Quando il quadro della minaccia ci propone l’esistenza di una criminalità internazionale che supera le frontiere realizzando anche collaborazioni con i delinquenti esteri, anche le forze di polizia fanno lo stesso. Questo è il valore aggiunto che si realizza durante i corsi dell’Isti”.
Ermanno Amedei